HomeEditorialiGiletti varca la linea d'ombra e il sistema gli porta il conto

Giletti varca la linea d’ombra e il sistema gli porta il conto

“Ho sempre fiducia nella giustizia, certo alle volte penso che viviamo in un Paese all’incontrario, ma ormai non mi stupisco più di nulla”. Basterebbero queste poche ma condivisibili parole di Massimo Giletti a commentare la vicenda, grottesca e inquietante, di uno dei pochi giornalisti seri e scrupolosi rimasti in attività nell’Italia degli asini dell’informazione e dei farisei che monopolizzano ormai la scena. E tuttavia Giletti ora rischia di finire sotto processo.

Il giornalista e conduttore televisivo (che, per chi non lo sapesse, vive dal 2020 sotto scorta) risulta indagato per diffamazione dalla Procura di Terni in base alla denuncia del boss mafioso Giuseppe Graviano, detenuto nel carcere ternano di vocabolo Sabbione. La stessa vicenda investe la giornalista Sandra Amurri, con la querela che sarebbe appunto partita da Giuseppe Graviano, detenuto nel carcere di Terni dove sta scontando diversi ergastoli per mafia. Il fascicolo sarebbe poi stato secretato.

La storia è nota, nel corso della trasmissione ‘Non e’ L’Arena’ in onda su La 7 Giletti aveva intervistato Salvatore Baiardo, considerato uomo dei Graviano, che “annunciò” l’arresto di Matteo Messina Denaro.

Non è difficile immaginare che alla base di tutta questa vicenda, dalla scomparsa dai palinsesti televisivi e la chiusura di “Non è l’Arena” sino a questi rivolti giudiziari, ci sia un fatto molto semplice: Giletti si è spinto oltre la linea d’ombra, quel confine oltre il quale in Italia non ci si può spingere, perché altrimenti o ti calunniano o ti fanno terra bruciata attorno, o ti indagano o peggio ancora ti ammazzano. Il conto è arrivato, puntuale, inesorabile.

E’ d’altronde, non a caso, i primi a isolare Giletti e a godere delle sue sventure sono stati, non troppo tacitamente, i tanti colleghi che sulla carta fanno i giornalisti ma nella sostanza appartengono a una categoria che per il 90% dei suoi rappresentanti si compone ormai di soggetti vuoti, front man di se stessi che valgono poco o nulla sul piano professionale e che niente o quasi hanno a che fare sul piano della caratura umana rispetto ai maestri del mestiere di qualche decennio fa.

Al collega e amico Massimo Giletti, voce libera e autorevole dell’informazione, va la piena solidarietà, con la consapevolezza che la nottata passerà anche per lui e il tempo, presto o tardi, si dimostra sempre galantuomo. Nonostante quest’Italia che ci fa vergognare sempre di più.

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