HomeEditorialiCi lascia Toto Cutugno, icona di quei meravigliosi Anni 80-90

Ci lascia Toto Cutugno, icona di quei meravigliosi Anni 80-90

In pochi giorni l’Italia dice addio ai suoi simboli degli Anni Ottanta e Novanta, il periodo d’oro del Paese, quello che non dimenticheremo mai e ci fa emozionare ancora adesso. Prima se n’è andato Carletto Mazzone, il recordman di panchine della Serie A, un allenatore che è diventato un’icona del calcio italiano per la sua schiena dritta contro il potere. E adesso ci lascia Toto Cutugno, un gigante della musica di casa nostra, che soprattutto all’estero viene considerato un monumento della canzone italiana.

“L’Italiano” è stata la canzone di successo della sua carriera, un brano che risale al 1983 e che ancora adesso è un racconto simbolico di potente attualità e di straordinaria bellezza. Con quella canzone Cutugno ha venduto milioni di dischi ma soprattutto è stato capace di arrivare al cuore delle persone in ogni angolo del pianeta, diventando famoso persino in Israele, in Iran e in Corea. Non esiste sulla faccia della terra un solo italiano che non abbia mai cantato quel ritornello.

La notizia della morte di Cutugno è più del trapasso di un artista, è una scomparsa che per tanti versi ci fa sentire più vecchi, perché con lui se ne va un pezzo emozionante della nostra vita. Muore un artista che ci ha fatto sognare, la voce della colonna sonora per eccellenza di quelli che abbiamo vissuto quei meravigliosi Anni Ottanta e Novanta e che se avessimo la macchina del tempo ci torneremmo subito in quell’epoca.

“Lasciatemi cantare con la chitarra in mano, lasciatemi cantare, sono un italiano”. Non è un semplice motivetto, e non è nemmeno uno slogan. E’ un inno indelebile all’orgoglio italiano, una canzone che ha accompagnato pagine di storia di un’intera Nazione. L’hanno ripresa tante volte anche nella cinematografia che l’ha ripresa come colonna sonora del vanto del Bel Paese a tutte le latitudini.

Cutugno è stato protagonista in 15 edizioni del Festival di Sanremo (uno l’ha vinto) e ha fatto tanti altri album belli ed importanti ma nessuno ha mai raggiunto i livelli clamorosi, incredibili, di successo de “L’Italiano”, una hit amatissima di 3 minuti e 56 secondi che lo hanno consacrato tra i cantanti più amati di sempre in Italia e lo hanno eletto, con pieno merito, a simbolo autentico della melodia italiana.

Se ne va un artista eccezionale nella sua capacità di arrivare ai sentimenti della gente, un vero signore che si è distinto per l’umiltà e i comportamenti da anti-divo, un uomo di spettacolo tra l’altro capace di passare con estrema disinvoltura dalla dimensione del cantautore a quella della conduzione televisiva.

Cutugno è stato la risposta perfetta all’Italia dei fighetti e degli sboroni, icona impeccabile di semplicità e modestia nel Paese di tanti chiacchieroni, fenomeni da baraccone e piccoli personaggi (s)pompati celebrati in modalità usa e getta dallo star system, che vivono stagioni di esaltazione effimera e poi se ne tornano a pernacchie nell’anonimato.

Toto Cutugno invece non verrà mai dimenticato. Adesso è in viaggio per l’ultimo tour, lo attende Dio. Lasciatelo cantare lassù, una canzone piano piano con la chitarra in mano. E’ un italiano vero.

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