HomeEditorialiAeroporto di Catania tra disagi infiniti e informazione "spazzatura"

Aeroporto di Catania tra disagi infiniti e informazione “spazzatura”

L’Aeroporto di Catania da stamane alle 6 ha ripreso l’operatività, dopo essere rimasto chiuso ieri a causa delle cenere vulcanica prodotta dall’Etna.

“L’aeroporto è aperto e di nuovo operativo”. Così la Sac, la società di gestione dello calo catanese di Fontanarossa, ha poi comunicato sui social la ripresa da questa mattina della piena operatività dell’aeroporto chiuso il 14 agosto a causa delle cenere vulcanica prodotta dall’Etna.

E’ un’estate decisamente maledetta a Fontanarossa, con l’incendio che nella notte tra il 16 e 17 luglio aveva paralizzato le attività dello scalo etneo, riportato poi in attività a passo di lumaca ad agosto inoltrato dopo disagi di ogni genere per i turisti. Su quella vicenda come abbiamo detto e scritto siamo dell’idea che ci sia stata una gestione inadeguata dell’emergenza e – repetita iuvant – in altri Paesi quasi certamente i vertici della società di gestione sarebbero stati sostituiti dopo 10 minuti e spediti con un volo di sola andata in un’isola deserta. Ma noi siamo l’Italia, siamo pure in Sicilia, e tutto finisce sempre a “tarallucci e vino” con il presidente della Regione, Schifani, che addirittura è atterrato a Catania da un altro pianeta (in elicottero, a differenza dei turisti costretti a girare per ore la Sicilia con una navetta) e si è complimentato con la Sac per come sono andate le cose.

Ma c’è di più. Adesso c’è stata la chiusura per la cenere vulcanica e si sono scatenati i soliti “cassamortari” del giornalismo italiano, quelli che avrebbero fatto meglio a darsi all’agricoltura e che raggiungono l’orgasmo quando possono spararla grossa e hanno l’opportunità di montare la trama di uno scenario apocalittico. Così la chiusura dello scalo di Catania – fatto di per sé grave – è diventata “figlia” di un’eruzione apocalittica. I boati, le fontane di lava e il trabocco dal cratere di Sud-Est che da queste parti sono abbastanza usuali, sono stati raccontati nel resto d’Italia e di fatto al mondo (perché la Rete non ha confini) come se stesse accadendo la fine del mondo in Sicilia. “L’Etna fa paura”, “I turisti disdicono viaggi”, “Sicilia in ostaggio”. Titoloni da brividi per “pompare” un evento che per lo più poteva e doveva essere ricondotto nella dimensione di un fenomeno spettacolare. Non la fine del mondo.

E invece è andata in scena la cronaca marziana di un presunto scenario drammatico, narrazione estremizzata di un 14 agosto che è stato caratterizzato da innegabili disagi per la chiusura dell’Aeroporto ma in cui in Sicilia c’è stata una normalissima eruzione. Punto. Tutto il resto è la solita sceneggiata di chi non capisce una mazza e finisce per determinare un danno nel danno alla Sicilia. Semplice ignoranza oppure anche malafede? Qualche dubbio viene. Di sicuro un modo di fare informazione ancora peggiore della pessima gestione dell’Aeroporto di Catania di questa tribolata estate.

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