HomeEditorialiVia lo smartphone ai baby stupratori? No, vadano ai lavori forzati

Via lo smartphone ai baby stupratori? No, vadano ai lavori forzati

Arrivano le prime indiscrezioni sulla bozza del Dl di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile che domani arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri e dopo i fatti di Palermo e Caivano parte il tentativo del governo di imprimere, in qualche modo, una stretta sulla baby criminalità. I primi segnali non sono, tuttavia, incoraggianti e sembrano l’ennesimo spot mediatico dentro il quale non c’è nulla. Solo chiacchiere e niente di più.

Previsto l’avviso orale, con convocazione del minore da parte del questore, che “può essere rivolto anche ai soggetti minori di diciotto anni che hanno compiuto il quattordicesimo anno di età”. E se il soggetto al quale è stato notificato l’avviso risulta condannato, anche con sentenza non definitiva, per delitti contro la persona, il patrimonio ovvero inerenti ad armi o droga, il questore può proporre al tribunale il divieto di utilizzare ‘piattaforme o servizi informatici e telematici specificamente indicati nonché il divieto di possedere telefoni cellulari’.

Inoltre il minore al di sopra dei 14 anni può essere sottoposto ala procedura di ammonimento da parte del questore. A questo fine il questore lo convoca “unitamente ad almeno un genitore o ad altra persona esercente la responsabilità genitoriale”. Nei confronti di chi “era tenuto alla sorveglianza del minore o all’assolvimento degli obblighi educativi è applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da 200 euro a 1.000 euro, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto”.

Bene, benissimo: ma chi controllerà poi che i giovani stupratore quelli delle baby gang non avranno lo smartphone e la connessione ad internet? Nessuno. Aumenta la violenza ai danni di giovani ragazze, stuprate senza pietà da bestie e lo Stato pensa di fermare questa ondata di barberie togliendo il cellulare a questi animali (con tutto il rispetto per gli animali).

E’ una stupidata all’italiana, una di quelle riforme che fanno ridere e piangere (a seconda dei punti di vista) e che soprattutto non verranno mai rispettate neanche da una mosca. La vera stretta da far scattare su quelli che si arrogano il diritto di violentare una ragazza deve essere ben altra. E’ molto semplice la soluzione da prevedere. Altro che via il telefonino, le bestie vanno mandate ai lavori forzati, immediatamente e senza perdersi nelle inutili discussioni del garantismo che diventa troppo spesso un alibi per i delinquenti. La misura minima da applicare verso chi stupra, chi aggredisce o peggio ancora ammazza, dovrebbe essere questa. Ma la politica italiana continua a fare una gran figura di me**a.

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