HomeEditorialiUn anno di Schifani presidente ma a Taormina chi l'ha visto?

Un anno di Schifani presidente ma a Taormina chi l’ha visto?

TAORMINA – E’ ormai trascorso un anno dalle elezioni regionali che il 25 e 26 settembre del 2022 hanno portato al governo della Sicilia nuovamente il centrodestra ma col passaggio di consegne da Nello Musumeci a Renato Schifani. I problemi irrisolti della Sicilia erano e rimangono una infinità ma i paradossi sono altrettanto numerosi e tra questi uno, a suo modo, riguarda Taormina.

L’ex presidente della Regione, pur con tutti i difetti e gli errori possibili, ha girato la Sicilia in lungo e in largo nei suoi cinque anni di mandato e non ha fatto mancare la sua presenza a Taormina. L’attuale governatore, Schifani, invece, nel suo primo anno di presidenza non si è mai visto a Taormina. Non risulta neanche una sola visita ufficiale. Persino Rosario Crocetta, considerato il più disastroso presidente degli ultimi 30-40 anni in Sicilia, si era visto un paio di volte a Taormina. Schifani no.

Il mondo non per questo si è fermato e la vita va avanti benissimo da queste parti, è una questione più di forma che di sostanza, eppure appare perlomeno singolare che un presidente della Regione Siciliana in 12 mesi (vabbè abboniamone uno per l’insediamento e quindi diciamo 11) non abbia mai trovato un giorno, un’ora o 10 minuti per farsi vedere nella città più bella, più rinomata e più importante dell’isola, certamente la meta turistica che più di qualsiasi altra dà lustro alla Sicilia nel mondo, sicuramente un posto dove gira una fetta non indifferente dell’economia siciliana e dove ha messo le tende pure mister Louis Vuitton, Bernard Arnault, l’uomo più ricco del mondo (milione più, milione in meno rispetto a Elon Musk).

Da queste parti la Regione ha fatto storicamente disastri come la grandine e in vari contesti ha preso “motu proprio” i comandi del vapore (con l’accondiscendenza della politica paesana), quindi nessuno rimpiange le assenze dei governanti palermitani e forse meno si fanno vedere e meglio è. Eppure ci sarebbero quasi da sorridere se non ci fosse da piangere nel constatare che l’alta considerazione della Città di Taormina da parte dell’attuale governo regionale comincia e finisce con la concessione di qualche finanziamento (stanziamenti – va detto – anche abbastanza generosi) per manifestazioni dove poi la Regione sale in cattedra e trova campo aperto per un pò di sceneggiate estive in paese, con qualche immancabile velina a mezzo stampa, un paio di cocktail e cene (a spese di Pantalone) e tanti saluti ai suonatori.

A Taormina – che per chi l’avesse dimenticato è anche la Città del G7 – ci sarebbero realtà come l’ospedale San Vincenzo che forse meriterebbero un minimo di attenzione e la invocano al di là della storia del Ccpm, perché a volte si ha quasi la sensazione fuorviante che sia rimasto soltanto un unico reparto da salvare e chi se ne frega di diverse altre unità operative, già moribonde e abbandonate al loro destino.

Almeno una stretta di mano e un grazie lo meriterebbero gli operatori della sanità che ogni giorno cercano di salvare delle vite a dispetto della politica che ti sorride e poi ti pugnala, promette la luna e poi si porta via 100 posti letto, senza nemmeno garantire il minimo essenziale per consentire a medici e infermieri di fare il proprio mestiere in condizioni adeguate. E’ la parabola gattopardesca della politica siciliana che nei palazzi giochicchia a smontare i reparti e se ne infischia della salute dei cittadini.

Diciamo con estrema franchezza: non è difficile immaginare che Schifani abbia poca voglia di farsi vedere da queste parti perché nel frattempo è diventato sindaco il suo acerrimo nemico Cateno De Luca, che nell’immaginario del presidente della Regione equivale a una reincarnazione di Satana e che qui alle elezioni Comunali si è sbarazzato del patto di sbarramento – unico in Italia – di destra e sinistra che si erano messe tutte insieme appassionatamente per fermare l’avanzata dell’invasore.

Schifani ha pure rinviato almeno due volte, in questi mesi, la sua prima visita a Taormina, proprio per evitare De Luca, ma non per queste trame politiche e dinamiche personali si può snobbare completamente una città che sul piano istituzionale merita il giusto rispetto e la dovuta considerazione. Anzi li pretende.

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