TAORMINA – Il parlamentare dei Cinque Stelle, Antonio De Luca, smaschera il bluff della Regione Siciliana sul Ccpm Taormina, con la richiesta di deroga al decreto Balduzzi di cui non c’è traccia, e adesso si addensano di nuovi nubi nere, nerissime, sul destino della Cardiochirurgia Pediatrica dell’ospedale San Vincenzo.
L’impressione netta che emerge da questa vicenda è che il governo Schifani non abbia mai rinunciato ad una posizione già evidenziata con estrema chiarezza: la Cardiochirurgia in Sicilia dovrà essere quella che ha sede a Palermo, e tanti saluti a quella che da 20 anni esiste a Taormina. Il pacco finale incombe sul Ccpm e il rischio è quello di una lenta agonia sino alla fatidica scadenza di fine gennaio del nuovo anno.
Non c’è stato un cambio in corsa delle strategie palermitane e la conferma impietosa pare essere quella di una istanza, da parte della Regione Siciliana al Ministero, di deroga al decreto Balduzzi (la normativa capestra che prevede una sola Cardiochirurgia Pediatrica ogni 5 milioni di abitanti) di cui ad oggi non c’è traccia. Al Ministero della Salute non è stata inviata nessuna comunicazione, stando a quanto ha dichiarato De Luca con il suo accesso agli atti, nessuna richiesta di poter avere due reparti di Cardiochirurgia Pediatrica in Sicilia. Tutto si ferma ad un pourparler di Schifani e del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, a Catania con il Ministro Orazio Schillaci.
“Gli unici documenti che mi sono stati trasmessi sono relativi al maggio 2023, nei quali la Regione Siciliana comunica al Ministero che il Ccpm di Taormina verrà sostituito dal centro presso l’ospedale Civico di Palermo, gestito dal San Donato Milano“. Queste le dichiarazioni del grillino De Luca all’Ars e hanno il peso di un macigno. La Regione non ha mai fatto alcuna istanza per la deroga presso il Ministero? Oppure non sono stati trasmessi tutti gli atti all’on. De Luca? Delle due l’una e la gravità dei fatti avvolge in termini indiscutibili entrambe le opzioni.
A questo punto siamo prossimi all’ultima resa dei conti, la scadenza della convenzione al momento fissata per il 30 gennaio, comincia ad avvicinarsi e la prospettiva sembra quella di un governo con una larga maggioranza che punta sul Civico di Palermo e vuole sbarazzarsi una volta per tutte del Ccpm Taormina. Lo abbiamo già detto e scritto che tra gli “azionisti” di riferimento del governo Schifani c’è soltanto un personaggio che più di qualsiasi altro ha la forza politica di sedersi con il presidente della Regione ad un tavolo e fargli capire che il centro di Taormina deve rimanere aperto. E’ l’unico che può incidere nelle decisioni finali di Schifani e parliamo di Totò Cuffaro, che ci ha già messo la faccia ed è intervenuto nei mesi scorsi affinché si arrivasse alla proroga della convenzione con il Bambino Gesù sino al gennaio 2024 e ora torna ad essere, nuovamente, l’ago della bilancia.
Può piacere o non piacere ma Cuffaro è l’unico che può spostare gli equilibri di questa storia che sta arrivando al bivio finale. Schifani non vuole condizionamenti di alcun genere ed è un uomo solo al comando, decide, predilige fare e disfare senza alcuna ingerenza ma Cuffaro è sempre Cuffaro. Totò ha dato prova di tenerci al reparto di Taormina quando la chiusura del Ccpm era stata ormai decisa e lui si è messo in mezzo per bloccare il “funerale” previsto per il 31 luglio 2023 . E’ l’ora della responsabilità, di tutti, e non c’è Balduzzi che tenga quando c’è in ballo la vita e il destino dei bambini. Palermo si tenga il proprio centro, Taormina rivendica il suo, è demenziale che una struttura debba essere alternativa all’altra. La politica deve mettersi in testa che una soluzione la si può e la si deve trovare. Al netto di qualsiasi supercazzola legislativa, la Sicilia necessita di due centri pediatrici ed è arrivato il momento di passarsi una mano sulla coscienza e risolvere il problema, una volta per tutte.
