HomeEditorialiScateno nella tana di Hannibal: Taormina non è (più) l'isola dei fessi

Scateno nella tana di Hannibal: Taormina non è (più) l’isola dei fessi

“Devo confessarle una cosa, sto pensando seriamente di mangiare sua moglie…”. Ricordate questa celebre, anzi macabra, frase? Parole di Anthony Hopkins, nei panni di Hannibal Lecter, in uno dei capolavori della cinematografia hollywodiana. Ed è con questa premessa, assai poco rassicurante, che potrebbe o dovrebbe avviarsi una interlocuzione, una trattativa tra la Regione Siciliana e il Comune di Taormina sulle vertenze che stanno riguardando la città.

Si parla di questioni che, evidentemente, non nascono oggi ma sulle quali non si capisce bene per quale motivo (mettiamola così…) c’è stata una certa passività verso i vari governi regionali – con privati al seguito – che si sono presi pezzi della città, e che pezzi visto che nel caso del Teatro Antico è il cuore pulsante di Taormina e della sua economia. Il filo rosso che lega e spiega tutto, dalle vicende del Teatro Antico a quelle di Taormina Arte, è una Regione che ha fatto il bello e cattivo tempo, con Taormina ridotta ad inseguire con il piattino in mano.

E adesso De Luca che farà? Indietro non si potrà tornare, i santuari sono stati toccati e non l’hanno presa per niente bene. De Luca carica e attacca, il governo regionale non ne può più di vedersi attaccato da tutte le parti dal sindaco di Taormina e paradossalmente sta accadendo una cosa: la maggioranza palermitana sta diventando alleata di De Luca e quasi “lavora” per lui, a suon di fesserie colossali, scelte sbagliate e strategie in modalità banzai.

Si rincorrono telefonate e anatemi, c’è chi sbraita e chi gonfia il petto. Il problema però è che nel frattempo sono anche gonfiate le scatole ai taorminesi, trattati per lungo tempo e sino a questo momento da sudditi, sull’altare di queste logiche palermocentriche. Da queste parti si sono visti arrivare e andare all’arrembaggio squali e furbacchioni, nani, pupi e ballerine, in qualche caso pure entità peracottare elevate allo status di personaggi in una città che ha una straordinaria capacità di inventare dei “mostri”. La bellissima Taormina è uno di quei posti dove diventa facile ubriacarsi, fottersi la testa (per chi ce l’ha) e convincersi di essere dei “padri eterni”.

Si va alla trattativa? Diventa interessante vedere dove si potrà trovare un punto di mediazione e sino a che punto vorrà spingersi De Luca. Si è già capito, invece, sino a dove è capace di arrivare la Regione Siciliana, che non si pone limiti né freni e ha scambiato o confuso Taormina per l’isola dei fessi.

Vedremo i prossimi sviluppi, anche perché si prospettano pure ulteriori novità, alquanto imbarazzanti, in arrivo sul fronte della Fondazione Taormina Arte.

Nel frattempo chi pensava che per comporre tutto il gran bordello di questa storia estiva sarebbe bastato un tozzo di pane e un cioccolattino per Taormina, forse dovrà rivedere i piani e correggere le previsioni. Le mille euro ad evento sul Teatro Antico e una posizione in più nel CdA della Fondazione non bastano e non servono a restituire dignità e centralità alla Città di Taormina. La Regione Siciliana può decidere di tenerseli o di metterseli in qualche posto a libera scelta. Verrà, e ne siamo certi, il tempo in cui si ristabiliranno le posizioni ma non con questi presupposti. Si vis pacem, para bellum.

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