HomeEditorialiTotò Vasa Vasa 2.0, è il più astuto e ha rispettato Taormina

Totò Vasa Vasa 2.0, è il più astuto e ha rispettato Taormina

TAORMINA – E’ stato l’unico a pagare con il carcere, quello vero, per i suoi errori e questa macchia dovrebbe essere di per sé sufficiente per escluderlo dalla politica e dal dibattito, certamente a sminuirne qualsiasi valutazione che lo riguardi. Eppure, cavalcando la via impervia del tempo che poi è galantuomo, Totò Cuffaro si sta sta riscattando e dimostrando (anzi confermando) un politico di intelligenza di gran lunga superiore alla media nel panorama di tutta la classe politica siciliana che annega in un mare di acredini, personalismi e vendette rancorose che non portano da nessuna parte.

Non a caso abbiamo svelato qualche tempo fa che è stato lui, Totò Cuffaro, a far capire all’attuale presidente della Regione, Renato Schifani, che il Centro di Cardiochirurgia di Taormina non va chiuso. Cuffaro, impegnato da anni in prima linea con una onlus per i bambini africani, si è messo in mezzo, è intervenuto e ne abbiamo prova diretta, avendo visto le chat private delle sue conversazioni con un politico di questa zona (nei confronti del quale, per amicizia e rispetto, ovviamente, manteniamo la dovuta riservatezza). “Totò, se puoi, aiutaci a non far chiudere il Ccpm” era stato l’appello e lui quella richiesta l’ha raccolta e ha fatto la sua parte, anche attraverso un’interlocuzione diretta con l’assessore Giovanna Volo. E’ giusto dirlo.

Al netto di questa vicenda, Cuffaro è uno che, d’altronde, da queste parti ha tenuto un profilo istituzionale, è stato al fianco del territorio e lo ha fatto negli anni in cui, in teoria, avrebbe potuto fare quello che voleva e fregarsene della piccola Taormina, magari colonizzarla pure lui, perché era il re incontrastato della politica siciliana. E invece ha avuto un approccio degno di apprezzamento, non è venuto qui a strafare e a comandare al Teatro Antico e non è venuto neanche a fare il guappo per presentare il conto su Taormina Arte, quando tra l’altro il suo governo la finanziava con 6 miliardi di vecchie lire. Erano tanti soldi e con quel mega finanziamento palermitano ad imperare e bivaccare a Taormina erano poi soprattutto i sindaci e presidenti della Provincia di Messina di turno (ed i loro accoliti) che avevano persino messo in minoranza il sindaco di Taormina.

Cuffaro, per chi non lo sapesse, è anche quello che ha messo in moto a Taormina l’iter per la ristrutturazione di Palazzo Ciampoli, che era rimasto chiuso e in abbandono per quasi 40 anni. Venne di persona al Comune di Taormina e si riunì con la Giunta di Aurelio Turiano per affrontare e risolvere la questione. E sempre Cuffaro ha poi finanziato pure i lavori per lo stadio comunale Bacigalupo, con la posta del manto in erba sintetica avvenuta nel 2006.

Negli anni in cui c’era il leader democristiano a Palazzo d’Orleans ci sono stati tre sindaci e due commissari nella Perla dello Ionio e paradossalmente le sue legislature sono state forse le ultime senza guerre, le ultime che hanno preceduto l’assalto palermitano alla diligenza in terra taorminese.

A volte, nella Sicilia dei sanculotti d’annata, un minimo di lucido revisionismo è un atto dovuto e ineludibile di onesta intellettuale. Cuffaro ha rispettato questo territorio, mortificato da altri e ci ha pure messo la faccia per dare una mano. Non sarà mai ricordato dalla storia come uno stinco di santo Cuffaro, ha commesso gravi sbagli e lo evidenziamo prima che qualche invertebrato vada a scrivere che stiamo facendo la “beatificazione” di Totò Vasa Vasa.

Lo sappiamo e non siamo smemorati che Cuffaro è stato condannato a suo tempo a sette anni di reclusione per favoreggiamento personale verso persone appartenenti a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio. Recluso nel carcere romano di Rebibbia dal 22 gennaio 2011, è stato scarcerato il 13 dicembre 2015. Lui però ha pagato e si è assunto le responsabilità delle sue azioni, probabilmente l’unico o quasi nella Sicilia della morale degli immorali.

Tra le poche cose che possiamo dire di lui una gli va riconosciuta: Cuffaro non sarà ricordato per aver creato le situazioni vergognose che da tanto, troppo, tempo a questa parte stanno interessando il Teatro Antico, TaoArte e tutto quello che riguarda le discutibili vicende della Regione Siciliana a Taormina. Tutte situazioni che si sono innescate per lo più dopo la sua uscita di scena.

“Partendo dal nulla, ma dalle idee e dai valori, siamo riusciti in due anni a creare una straordinaria comunità di persone – ha affermato Cuffaro nel corso di un su recente incontro di partito a Palermo -. Siamo una grande famiglia di democristiani: un partito libero, aperto, plurale e democratico”. E ancora: “Adesso dobbiamo stare ulteriormente attenti, perché potrebbe esserci un allargamento della nostra famiglia e allora dobbiamo essere severi e puliti. Se lo saremo tra quattro anni stravinceremo dappertutto”. Le sue migliori stagioni politiche sono già andate ma nel nulla cosmico di questa stagione politica siciliana, Cuffaro è tornato e promette di ritrovare spazi e crescere in quel centro rimasto orfano di Berlusconi. Cuffaro giganteggia al cospetto della pochezza disarmante dei suoi alleati dell’attuale governo Schifani. Una maggioranza modesta e con la quale il sindaco di Taormina e leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, si sta divertendo a giocare al gatto col topo e a far venire il mal di testa al presidente della Regione e ai suoi assessori.

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