HomeEditorialiSalvini al capolinea: la Lega ha scelto Fedriga

Salvini al capolinea: la Lega ha scelto Fedriga

Matteo Salvini è ormai a fine corsa. Ad 11 anni di distanza dall’elezione a segretario della Lega (era il 7 dicembre 2013), il “Capitano” sta per perdere la fascia e le chiavi del Carroccio. Fatale il crollo di un partito che era riuscito a portare al 30% e che, però, da quel picco storico è poi sceso sino al crollo totale di questa fase. Le Politiche del 2022 hanno già lanciato il segnale di un partito che non attrae più e perde consensi in maniera inesorabile, con un 8% che rischia di assottigliarsi ulteriormente, già alle Europee di giugno, come dimostrato dalla disfatta in Sardegna, dove al netto del giochino del voto disgiunto la Lega ha toccato i minimi storici.

In tanti, all’interno della Lega, hanno già deciso e la linea scelta non si presta a troppe interpretazioni: Salvini ha fatto il suo tempo ed è arrivato il momento di farsi da parte. O lo farà lui o saranno gli altri a defenestrarlo dalla guida del Carroccio. La rotta è tracciata. La logica vorrebbe che l’eredità vada a Luca Zaia, governatore del Veneto, al quale – non a caso – Salvini ha tentato disperatamente di “regalare” una normativa ad hoc per il terzo mandato. Ma Giorgia Meloni ha stoppato il piano salviniano e ha segnato il punto di non ritorno di questa vicenda. E’ stato quello il segnale a Salvini e alla Lega.

Già da tempo quelli della Lega della prima ora, da Bossi ai suoi vecchi (e più giovani) adepti, hanno preso le distanze da Salvini. I paletti posti dalla Meloni sulla questione del terzo mandato agli amministratori e anche la delegittimazione di Solinas in Sardegna, hanno dato un assist decisivo alla fronda leghista, che da minoranza rumorosa è diventata una larga maggioranza, il fronte ampio e coeso di quelli che vogliono una svolta, temono una debacle alle Europee e ritengono che la scossa debba passare da un nuovo segretario.

Ma il prescelto per il dopo-Salvini, con la benedizione dello stesso Zaia, è già un altro esponente di vertice della Lega: è Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia. C’è l’ok non soltanto di Zaia ma anche e soprattutto di Giancarlo Giorgetti, il “Richelieu” leghista del governo di centrodestra, che non ne può più di Salvini.

Fedriga ha il gradimento totale della Meloni, alla quale è legato da un solido rapporto di amicizia. Affidare il partito a Fedriga significherebbe, insomma, blindare la posizione della Lega nel governo e garantire stabilità all’esecutivo con un partito che proverebbe a risalire la china, in una prospettiva di maggiore equilibrio e su posizioni più moderate, senza fare “ombra” e concorrenza alla Meloni e a Fratelli d’Italia. Non lo ammetteranno mai, eppure la trama che si sta costruendo sull’asse Meloni-Giorgetti-Fedriga è proprio questo.

E allora per Salvini è finita o quasi. Gli slogan e la miriade di televendite politiche non bastano più. La gente si è stancata da un pezzo e adesso anche i suoi colleghi di partito vogliono voltare pagina. Lui si aggrappa disperatamente al generale Roberto Vannacci, che vuole entrare in politica, è pronto ma esita perché non intende bruciarsi al fianco di Salvini. L’ultima chance del Capitano passerà dalle elezioni in Abruzzo, che difficilmente porteranno ad un exploit della Lega e assai più probabilmente andranno a sancire la fine dell’era Salvini. Con tutti gli annessi e connessi politici del caso.

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