HomeEditorialiLa rivincita di Corona, il siciliano "cattivo" che sta svergognando il sistema...

La rivincita di Corona, il siciliano “cattivo” che sta svergognando il sistema Italia

Fabrizio Corona non muore mai e la seconda vita del “re del gossip” sta diventando ancora più travolgente della prima. L’ormai ex paparazzo ha finito di scontare 10 anni di carcere ed è di nuovo in libertà. Ha fatto più galera lui di un boss della mafia perché in Italia, si sa come funziona, molto spesso a rischiare di più sono quelli scomodi e ingovernabili come lui e non i veri delinquenti che stuprano, picchiano e uccidono e poi si fanno dichiarare matti, non imputabili, “incapaci di intendere e volere” con una perizia ad hoc. Corona invece le sue ragioni, giuste o sbagliate che fossero le ha sempre difeso in modo estremo, esasperando tutto e cercando di essere personaggio in modo ossessivo, eccessivo, ha fatto di tutto per rischiare di lasciarci le penne. L’inferno lo ha visto da vicino, lo ha sperimentato e toccato con mano, ci è finito dentro nella maniera peggiore. Le sbarre del carcere dovevano diventare l’anticamera della fine di quel “rompiscatole” che riusciva a procurarsi una serie industriali di scoop e scandali sui personaggi famosi, personalità scomode, non soltanto volti della tv e dello spettacolo ma anche di quegli ambienti italiani sacri, intoccabili, nei quali se tocchi qualcuno te la fanno pagare.

L’ex amministratore di Corona’s, la nota agenzia fotografica di Milano, negli anni è stato coinvolto in una infinità procedimenti giudiziari (tra cui la nota inchiesta Vallettopoli) e nel 2015 venne condannato definitivamente dalla Cassazione a 13 anni e 2 mesi di reclusione per reati continuati.

Si era cacciato in guai pesanti, il carattere non lo ha aiutato a conquistare le simpatie dei giudici, che anzi lo hanno massacrato. Ricordiamo ancora lo scontro tra Corona e le toghe in un processo in cui si rivolse ad un defunto pm e gli disse: “Ma lei non è mai andato a puttane in Svizzera?”. Così lo avevano sistemato, insomma, per le feste e per i lavoranti, con tanti saluti a Fabrizio Corona. Per la serie: vediamo questo tizio se e quando ne esce e se ha ancora voglia di creare casini. Avevano fatto male i conti con questo siciliano, figlio del giornalista Vittorio Corona e nipote inoltre dell’indimenticato giornalista Rai, Puccio Corona, gente che il mestiere di cronista lo faceva seriamente e non come la stragrande parte dei “cassamortari 2.0” dell’informazione attuale.

E rieccolo Corona, che al tramonto del 2023 si prende la sua grande rivincita, passa dagli scandali del gossip a quelli di un’industria che vale 10 miliardi di impatto sul Pil: il calcio. Corona va dai suoi informatori, ottiene notizie sconcertanti e le tira fuori con una serie di riscontri, a quanto pare, inoppugnabili, perché il primo nome che ha fatto ha poi ammesso immediatamente le sue colpe. Corona umilia il sistema Italia, quello che lo aveva isolato e massacrato, quello che a convenienza fa finta di non sapere e non vedere, che gli scandali li fa scoppiare ad orologeria, se non ne può fare a meno, e che vive sull’onda lunga della “morale dell’immorale”.

Corona sgancia la bomba sul calcioscommesse e per molti si trattava di un “mortaretto”, un “petardo” il cui rumore si sarebbe dissolto in poco tempo. Stavolta invece l’eco è fragoroso, devastante. E’ un vero siluro che sta sconquassando il mondo del pallone e avrà un effetto tremendo sulla credibilità del sistema Paese, minando le fondamenta d’argilla dell’Italia dei finti tonti che maramaldeggia con i poveri, si lancia a spron-battuto contro i muri bassi e si mette a 90 gradi per ossequiare i ricchi.

“Faccio i nomi alle ore 18”, aveva detto, e mezz’ora prima lo hanno portato in Questura: la bomba era già scoppiata. Corona quei 10 anni di carcere li sta mettendo a frutto, con le sue conoscenze, con i contatti che in quel mondo buio lo hanno reso ancora più informato e più furbo nell’approccio alle vicende più torbide. Stavolta è riuscito anche ad evitare (almeno per ora) di farsi indagare e non a caso c’era chi aveva chiesto di accertare l’ipotesi di rivelazione di informazioni coperte da segreto giudiziario. A quanto pare le cose non stanno così e sapete perché? Semplicemente perché le informazioni le ha avuto prima lui, su questa brutta storia del Calcioscommesse Corona ha messo mano prima di tutti. Ed ecco che la magistratura è costretta ora a stargli a ruota e ad andare a Coverciano da due calciatori della Nazionale soltanto dopo la rivelazione social di Fabrizio Corona.

E’ la grande rivincita di Corona, l’indiscutibile riscossa del “cattivo” che doveva sparire dalla scena e agli occhi degli italiani, al netto dei suoi tanti sbagli, era stato raffigurato come il “male assoluto”, manco fosse un altro Messina Denaro. Corona, invece, è tornato dagli inferi e il sistema Italia la sta frustando e sputtanando in modo travolgente. Ha ancora 50 nomi da fare. Si salvi chi può.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.