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Gentiloni torna in Italia e fa fuori Schlein

“Tornerò in Italia ma non per fare il pensionato”. Parole e musica di Paolo Gentiloni, che si prepara a lasciare l’Europa e al traguardo del suo ruolo di Commissario per gli affari economici e monetari prepara il terreno per il rientro nella politica italiana. Elly Schlein saluta con giubilo le parole di Gentiloni e gli spalanca le porte di casa Pd, affrettandosi a dichiarare che “il Partito Democratico è casa sua” ma non ha compreso (o forse vogliamo immaginare che l’abbi capito benissimo) che Gentiloni è pronto a prendersi il Pd e soprattutto il ruolo di nuovo anti-Meloni nel campo, largo o ristretto che sia, di centrosinistra. E la prima vittima -politicamente parlando – sarà evidentemente proprio la segretaria dei democratici, che si giocherà le sue chance alle Europee ma – stando così le cose – può dire virtualmente addio sin da adesso al sogno di diventare lei la sfidante di Giorgia Meloni alle prossime elezioni politiche.

Gentiloni è destinato a ricoprire il ruolo che già qualcuno ha scelto di “cucirgli” addosso, ovvero di federatore della sinistra. Le prime conseguenze, a parte il defenestramento di Schlein dalla guida del Pd e della coalizione avversaria al centrodestra, riguarderanno gli altri partiti di quell’area politica. C’è chi ci starà e chi invece ha altre idee. Certamente Giuseppe Conte, responsabile politico del M5S, non intende rinunciare al momento ai suoi sogni di gloria e all’obiettivo di essere lui il rivale di Meloni. Gentiloni ha la “benedizione”, invece, di Carlo Calenda, leader di Azione, che direbbe sì ad un centrosinistra capeggiato dall’ex premier e che – non a caso – insieme al Commissario Ue ha presentato di recente il suo nuovo libro. Da capire il ruolo di Matteo Renzi, che con Gentiloni ha avuto in questi anni un ruolo di “amore e odio”, lo ha scelto nel 2016 come suo successore dopo le dimissioni da Palazzo Chigi e in seguito lo ha criticato.

Si va verso un rimescolamento delle carte nello scacchiere politico italiano, anche se tutto si può dire tranne che Gentiloni sia una novità. Semmai l’ennesima restaurazione di una classe politica che non si rinnova e non sa trovare altri volti e nuove proposte.

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