HomeEditorialiScuola e braccialetto: ma le donne le difendiamo così?

Scuola e braccialetto: ma le donne le difendiamo così?

Un trionfo di retorica e banalità. Come sempre l’Italia risponde, almeno sino a questo momento, con le belle e inutile parole di solidarietà e con la retorica del “faremo”, anzichè dare un segnale immediato e intransigente contro la spirale di sangue che prosegue di uomini che uccidono le donne e se ne fregano di tutto il resto.

I dati ufficiali del Ministero dell’Interno dicono che al 12 novembre sono 102 le donne uccise in Italia nel 2023 e 53 le vittime per mano del proprio partner o ex. E’ un’emergenza vera, da affrontare immediatamente e cosa fa la politica? Ha trovato la soluzione: combattiamo le bestie con la scuola. Intendiamoci: è chiaro che la cultura della violenza va combattuta insegnando alle nuove generazioni l’educazione e il rispetto della donna, e su questo siamo tutti d’accordo e non ci piove, ma il punto è un altro. Mentre pensiamo ad insegnare tutti questi messaggi di non violenza nelle scuole, quante altre donne verranno picchiate, violentate e uccise? Quante altre donne verranno annientate sul piano psicologico e fisico?

Il manifesto di come l’Italia continua a scappare dal coraggio di affrontare non domani ma ieri il fenomeno del femminicidio è nelle parole delle due principali esponenti politiche del paese. Una è il capo del governo, l’altra è il leader dell’opposizione.

“E’ già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole con i ministri delle Pari Opportunità e della Famiglia, della Cultura e dell’Istruzione così come la campagna di diffusione del numero verde anti-violenza 1522, anche attraverso il coinvolgimento del mondo dello sport”, ha detto Giorgia Meloni.

“Per sradicare la tossica cultura patriarcale del possesso e del controllo sul corpo e sulla vita delle donne bisogna partire dall’educazione al rispetto e all’affettività in tutti i cicli scolastici. Su questo mettiamo da parte lo scontro politico e facciamo fare un salto in avanti al Paese. Dobbiamo fare di più, da subito”, a sua volta ha dichiarato Elly Schlein.

Quindi la questione la risolviamo con un paio di lezioni in più nelle scuole e intanto per i prossimi 15-20 anni si va avanti con la sequenza ormai quotidiana di donne che soccombono e di uomini che scatenano la loro follia e poi la fanno franca?

A questo punto, si dirà: ma no, si sta andando oltre le scuole ed il Senato si sta muovendo rapidamente per approvare il nuovo disegno di legge contro i femminicidi, che mira a rafforzare le misure di protezione per le donne e a contrastare l’emergenza legata alla violenza di genere. Un provvedimento sarà discusso già nelle prossime ore dalla Commissione Giustizia, che si riunirà alle 11:00 per una full immersion sul ddl 923 “Contrasto alla violenza domestica e di genere”, già approvato dalla Camera dei deputati.

Bene, benissimo. Si parla di nuove norme, in particolare quelle che renderanno più efficace il cordone sanitario contro gli stalker e i violenti. Ma di cosa si parla? Il disegno di legge prevede l’introduzione di misure di prevenzione definite “più severe nei confronti dei potenziali aggressori”, e nello specifico sapete di cosa si tratta? L’utilizzo del braccialetto elettronico, la distanza minima di avvicinamento e l’arresto in flagranza differita, a partire dalla valutazione dei cosiddetti “reati spia”. Quindi le bestie si dovrebbero fermare con un braccialetto? I mostri li teniamo in circolazione perché tanto hanno il braccialetto e non possono avvicinarsi a 500 metri dalla vittima. E se invece decidono di fare del male a una donna? Calcolando che, purtroppo, poi le tragedie si possono compiere anche in pochi istanti, all’atto dell’allarme emesso dal braccialetto arriverà Flash Gordon, Superman o Robocop a difendere la malcapitata di turno?

Giulia Cecchettin è stata accoltellata, colpita da fendenti alla testa e al collo e poi lanciata in una scarpata dopo essere stata scaricata dall’auto del suo omicida, Filippo Turato. E adesso assisteremo all’ennesimo caso in cui ci sarà la perizia psichiatrica? Tutto si risolverà con il rito abbreviato? Quanti anni di carcere farà l’assassino di Giulia? O forse è meglio dire: a quanti anni si ridurrà il periodo di detenzione che farà davvero l’autore dell’omicidio di una giovane di 22 anni?

Servirebbe una legge da fare in 10 minuti che disponga il carcere a vita, senza se e senza ma, per chi commette reati del genere. Zero attenuanti, nessuno sconto di pena, e magari anche i lavori forzati. Invece l’Italia chiacchiera, si batte il petto, scende in piazza e va in tv a dichiararsi indignata e poi la politica se ne esce con la soluzione della “campagna nelle scuole”. Così le bestie continuano a colpire

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