HomeEditorialiOrlandi, l'inutile Commissione d'inchiesta con 40 nomi

Orlandi, l’inutile Commissione d’inchiesta con 40 nomi

Il Parlamento italiano si conferma il teatro del nulla o il regno della fuffa, se preferite. La Commissione parlamentare d’inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori sarà composta addirittura da 40 nomi e forse se ne aggiungeranno altri uno o due, giusto per arrotondare, come se non bastasse questa pletora di deputati che saranno chiamati a fare luce sul caso. In realtà l’amara sensazione o forse l’assoluta certezza è che non arriverà nessuna svolta sul doppio giallo della scomparsa di queste due ragazze. A maggior ragione con una Commissione in cui ci saranno 40 teste e 40 tribunali. Tanti, troppi i componenti di questo sodalizio che dovrebbe dare un impulso a dei misteri irrisolti e che difficilmente produrranno novità significative in delle tristi storie sulle quali si è già detto di tutto e di più.

Ha ragione il giornalista Pino Nicotri, profondo conoscitore della vicenda, quando afferma che si tratta di una “commissione inutile e sbagliata per 40 in Parlamento a caccia di farfalle ma pubblicità gratis nei talk-show”. “La commissione Orlandi, detta anche Orlandi-Gregori – spiega Nicotri in un suo approfondimento su BlitzQuotidiano – è stata approvata lo scorso 9 novembre. Il 29 dicembre e il 9 gennaio Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, rispettivamente presidenti della Camera e del Senato, hanno specificato a tutti i capigruppo quanti membri di ciascun gruppo parlamentare avrebbero dovuto far parte della commissione: 12 per Fratelli d’Italia, 6 per il Pd e per la Lega, 4 al Movimento 5 stelle, 3 a Forza Italia, 2 a Italia Viva, 2 a Noi Moderati, 2 a Gruppo Misto, 1 a Alleanza Verdi e Sinistra, 1 a Azione, 1 ad Autonomie. I capigruppo sono anche stati invitati a comunicare quanto prima i nomi di chi sarebbe stato scelto per farne parte. In attesa che Gasparri indiche il 40esimo nome, ecco chi sono i 39 già scelti: i 12 di Fratelli d’Italia sono Susanna Campione, Luciano Ciocchetti, Andrea De Priamo, Tommaso Foti, Dario Iaia, Domenico Matera, Ernesto Rapani, Gianni Rosa, Fabio Roscani, Marco Scurria, Paolo Trancassini e Maria Varchi; i 6 della Lega sono Mara Bizzotto, Riccardo Marchetti, Simonetta Matone, Andrea Paganella, Massimiliano Panizzut e Daisy Pirovano; i 6 del PD sono Gianni Cuperlo, Federico Gianassi, Roberto Morassut, Dario Parrini, Simona Malpezzi e Walter Verini; i 4 del Movimento 5 stelle sono Stefania Ascari, Alessandra Maiorino, Luigi Nave e Francesco Silvestri; i 3 di Forza Italia sono il capogruppo Paolo Barelli, Maurizio Gasparri e il terzo nome che lo stesso Gasparri deve ancora indicare; i 2 del Gruppo Misto sono Carlo Calenda e Luca Pastorino; i 2 di Italia Viva sono Enrico Borghi e Luigi Marattin; i 2 di Noi Moderati sono Ilaria Cavo e Giorgio Salvitti. Per Azione c’è la deputata Giulia Pastorella, per i Verdi c’è Marco Grimaldi di Sinistra Italiana; per le Autonomie c’è il senatore sudtirolese Meinhard Durnwalder. Una volta insediati, i 40 prescelti dovranno votare per decidere i nomi dell’Ufficio di Presidenza, vale a dire i nomi del presidente, dei due vicepresidenti e dei due segretari”.

E’ così che la politica italiana vuole fare luce sul caso Orlandi e su quello Gregori? Forse anziché perdere tempo a costituire una Commissione di 40 o 42 nomi, il Parlamento italiano avrebbe fatto meglio a concentrarsi su un confronto preventivo con il Vaticano e con quella Chiesa che ha alzato un muro invalicabile di misteri soprattutto sul destino di Emanuela Orlandi. Senza che si apra una squarcio in quel muro, nulla potrà cambiare e il giallo di due ragazze scomparse nel nulla è destinato ad andare avanti a lungo, forse ormai per sempre.

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