HomeEditorialiCovid, ha ragione Remuzzi: "Inutile cercare colpevoli"

Covid, ha ragione Remuzzi: “Inutile cercare colpevoli”

Eccola, la solita Italia che perde tempo, spreca energia e impiega risorse umane ed anche economiche per cose che non portano da nessuna parte. E che peggio ancora si infervora e si divide a suon di giustizialismo di parte, un pò di sinistra e un pò di destra, a seconda di chi sia l’accusato.

Stavolta a far rumore è l’inchiesta sulla zona rossa nella prima ondata Covid, con i vari Giuseppe Conte, Roberto Speranza ed altri ancora che diventano i “mostri” da sbattere in prima pagina per un’indagine che sta scatenando un putiferio politico e mediatico ma poi (quasi certamente) si risolverà in un nulla di fatto.

Qualcuno forse ha dimenticato che nel momento dell’arrivo della pandemia nessuno sapeva niente del virus e non si aveva nessuna idea di come affrontarlo. Forse qualche errore è stato anche commesso ma chi potrà stabilire se davvero si poteva fare meglio in quella drammatica fase senza precedenti.

«Inutile cercare i colpevoli nelle aule di tribunale. Mi chiedo solo se non sia arrivato il momento di occuparci di mettere a frutto la lezione che dovremmo aver imparato dal Covid». Queste le condivisibili parole di Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, che in un’intervista a cura di Francesca Del Vecchio su La Stampa ha commentato nel modo più corretto ed equilibrato le dinamiche e le prospettive dell’inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione dell’epidemia in Val Seriana.

Tutte le indagini vanno sempre rispettate ed è chiaro che la magistratura deve fare il proprio lavoro e se qualcuno ha sbagliato deve sempre pagarne il conto, anche se poi in Italia il più delle volte a pagare sono soltanto i poveri Cristi e i fessi. Ma a questo punto c’è da chiedersi dove possa approdare un’indagine che guarda indietro su una vicenda che si contestualizza in un momento che esula del tutto da qualsiasi altro contesto e che difficilmente sarà in grado di accertare delle eventuali responsabilità, anche ammesso che queste stesse responsabilità, cioè delle negligenze, vi siano state davvero.

Accuse molto gravi sono state formulate a carico dei massimi esponenti politici per le vittime della prima ondata di marzo 2020, notificate a 17 persone tra cui l’ex premier Conte, l’ex ministro della Salute, Speranza, ma anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana.

«Mi colpisce che nessuno discuta di come il nostro sistema sanitario sia arrivato ad affrontare la pandemia perché in circostanze come quella epidemica e pandemica, la risposta non può che essere di salute pubblica», prosegue Remuzzi. Sollecitato sull’utilità dell’apertura del fascicolo il direttore del Negri dichiara: «È un atto dovuto nei confronti dei familiari delle vittime, del loro dolore. Ma la verità è che qui a Bergamo non avevamo nulla. Né bombole d’ossigeno, né presìdi per proteggere gli operatori sanitari. Ora abbiamo il Pnrr che, nella Missione 6 Salute, specifica esattamente di cosa ha bisogno il nostro sistema sanitario». E anche in merito alla commissione parlamentare di cui le Camere stanno discutendo, Remuzzi ha non pochi dubbi: «Quando non si sa cosa fare, si fa una commissione parlamentare così la gente si dimentica e resta tutto come prima».

Remuzzi ha ragione su tutta la linea e bisognerebbe, semmai, spiegare agli italiani cosa è stato fatto per migliorare la sanità dopo la pandemia. La lezione non è servita, l’emergenza non ha insegnato niente e la situazione nella gran parte delle strutture ospedaliere rimane semplicemente indecente, mentre la medicina territoriale non funziona e si limita ormai alle prescrizioni online dei farmaci, con tanti saluti alla cura medica e al doveroso approccio umano al paziente. La sanità è in coma, va rivoltata come un calzino ed è lì che si deve investire seriamente, altrimenti questo è un Paese che non avrà futuro e faranno bene le nuove generazioni ad andarsene di corsa all’estero. E’ questo l’argomento di cui parlare, l’unico sul quale concentrare le energie, unire le forze e i cervelli. Tutto il resto è contorno che non serve all’Italia e non aiuta gli italiani.

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