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Migranti e Covid: il veleno politico e mediatico

Oltre il fondo non c’è più altro, eppure in Italia al peggio non c’è mai fine e diventa sempre più difficile capire dove comincia la mediocrità della politica e dove comincia davvero quella dei giornalisti. I fatti diventano un punto di vista e il veleno di parte si prende la scena, senza alcuna attinenza alla realtà e – peggio ancora – senza neppure rispetto per il dolore delle vittime.

Finisce l’eco politico e mediatico del caso Cospito, l’anarchico che resta (giustamente) al 41bis e del quale si è parlato per diverse settimane quasi fosse diventato un discepolo di Maria Teresa di Calcutta, e cominciano le polemiche senza tregua su altre due vicende che tratteggiano in termini perfetto il livello indecente e imbarazzante raggiunto dagli inquilini del Parlamento e allo stesso modo dai cronisti di palazzo, con le tessere di partito di sinistra e di destra.

E’ storia nota il dramma dei migranti morti a Cutro, ennesima tragedia del mare che si poteva e si doveva evitare. La colpa è tutta o quasi dell’Europa che se ne frega dell’Italia e prende per i fondelli tutti i vari governi italiani che si alternano a Palazzo Chigi. E invece ecco che scatta il “processo” alla Guardia Costiera, con toni sconcertanti e qualcuno ha persino scritto che si sia trattato di “Una strage di Stato” e che “Nessuno ha voluto salvarli”. Sono soltanto alcuni dei titoli dei giornali che anziché raccontare i fatti li commentano con la bandiera da sventolare contro il governo, sbandierando il vessillo del dolore come fosse una trincea di parte.

Insomma, la disgrazia di Crotone è stata equiparata alle stragi in cui c’erano quelli che mettevano le bombe. E allora ecco il solito campionario di cattiverie gratuite con la neosegretaria del Pd, Elly Schlein che ha esordito come peggio non avrebbe potuto e tanti altri a ruota che chiedono le dimissioni del Ministro Piantedosi e mettono in dubbio l’operato della Guardia Costiera, facendo ricostruzioni e allusioni.

In sostanza, come ha ben raccontato qualcuno, accade che il mare si ingrossa, ma gli scafisti, per non finire nei guai, non chiedono soccorsi e procedono verso la costa calabra dove vengono avvistati da una motovedetta della Finanza non attrezzata per intervenire. Della questione viene informata la Capitaneria ma i suoi mezzi non sono da quelle parti e infine, a pochi passi dalla salvezza, ecco la secca su cui l’imbarcazione purtroppo va in mille pezzi. E’ questa la strage di Stato? Fa una tristezza infinita vedere quei morti e lascia ancora più sgomenti che a pagare con la via siano stati anche dei bambini. Quelle vite umane bisognava però salvarle impedendo la partenza, cosa che continua ad avvenire con i barconi che vengono caricati all’inverosimile di gente disperata che viene messa in mare, pure con il mare forza 7, con il rischio altissimo di far morire queste persone. L’Europa intanto non ha coscienza e chiacchiera, prende tempo e predica, non muove un dito per fermare questo flusso infinito di migranti, con i “sordomuti” come la Francia che ad esempio respinge queste persone ai suoi confini e poi fa la morale dell’Italia.

E poi c’è l’altra vicenda tutta italiana del momento, quella del Covid, con l’inchiesta che vede indagati l’allora ministro Roberto Speranza e l’ex premier Giuseppe Conte e altri soggetti tra i quali il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Speranza firmò la zona rossa in Lombardia, Conte no, e allora in questo caso è la destra – a partire dai meloniani – che va all’attacco della sinistra, parla di commissioni parlamentari d’inchiesta e chiede “la testa” di Conte e di Speranza. Non conosciamo l’inchiesta della Procura di Bergamo sulla prima ondata di Covid-19 ma il dato di fatto è che nessuno allora sapeva bene come comportarsi in una situazione apocalittica, che non aveva precedenti e di fronte alla quale tutti eravamo impreparati. Conte è accusato di non aver istituito la zona rossa nei due centri della Valseriana nonostante “l’ulteriore incremento del contagio” e “l’accertamento delle condizioni che corrispondevano allo scenario più catastrofico”. Tale contestazione non riguarda Speranza che risponde solo per la mancata attuazione del piano pandemico. A nostro avviso non si possono colpevolizzare e non si dovrebbe fare “giustizialismo” nei confronti di Conte e neanche su Speranza, perché loro e chiunque altro si sono trovati davanti ad eventi impensabili e forse possono anche aver sbagliato qualcosa ma hanno tutte le attenuanti dovute alla drammaticità estrema di quel momento.

Quindi è in malafede chi dai banchi della politica e sui giornali o nei salotti tv chiede le dimissioni di Piantedosi per i migranti o processa l’operato della Guardia Costiera come lo è chi si scaglia contro Conte e Speranza sulla vicenda Covid per trarne un vantaggio politico. Anche perché poi i cittadini non sono così stupidi e sono in grado di farsi un’idea da soli su come sono andate davvero le cose e su chi cerca, sistematicamente, di strumentalizzare la narrazione dei fatti.

Ad Alzano e a Cutro due stragi sono già avvenute, ma di questo passo se ne sta compiendo anche una terza: quella dell’etica politica e giornalistica, uccisa da troppi soggetti che interpretano nel modo più becero e senza onestà intellettuale entrambe le professioni.

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