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Grillo torna e affossa Conte: l’idiozia del passamontagna è un regalo a Meloni

Il Movimento 5 Stelle torna in piazza e in piazza della Repubblica, a Roma, è riapparso pure Beppe Grillo. Non se ne sentiva il bisogno, perché alle ultime elezioni il M5S era sull’orlo del baratro, Grillo non c’era ma Giuseppe Conte aveva ottenuto una onorevole sconfitta con il 17%, una percentuale di tutto rispetto quando i sondaggisti prevedevano un crollo totale, scenari assai più nefasti e che i grillini non sarebbero neanche andati al 12 o 13%.

E adesso il guru diventato consulente del movimento riemerge dalle tenebre, abbaia alla luna e la spara grossa. “Cominciate a fare le brigate di cittadinanza, mascheratevi col passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, sistemate i marciapiedi le aiuole, i tombini, senza dare nell’occhio”. Una frase detta dopo un momento amarcord. “Vi ho presi piccolini – ricorda – e ora siete ammucchiati a guardare il leader. Volete il leader! Siate leader di voi stessi”. Questo l’incitamento di Grillo al popolo pentastellato.

Un incitamento, tra l’ironico e l’incendiario, alle brigate di cittadinanza. Una battuta che non passa inosservata. Ovviamente si è subito scatenato il putiferio con il centrodestra a contestare, il Pd stesso a prendere le distanze dopo che c’era stato in quella stessa piazza l’incontro tra Conte e la segretaria dei democratici, Elly Schlein. E i Cinque Stelle a spiegare che non voleva dire quello che in tanti hanno pensato. Poco male.

Non c’è da interpretare cosa abbia voluto dire Grillo con quella frase. Il punto è un altro. Grillo appartiene ad una fase politica superata, finita, archiviata. Il M5S non ha più bisogno di Grillo e meno si farà vedere e meglio è, il movimento deve camminare sulle sue gambe e costruirsi una prospettiva in autonomia, non con il suo ex padre-padrone a fare il tutor.

Alle Amministrative i Cinque Stelle sono andati male, malissimo, ma va detto, ad onore del vero, che nella storia del movimento le varie tornate di voto comunali sono sempre andate in quel modo anche nel periodo migliore dei pentastellati. E’ un pò come nel ciclismo, c’è chi va meglio nelle corse a tappe e chi nelle classiche, e in questo caso ed è un problema atavico che non nasce oggi con Giuseppe Conte. Ma sul piano nazionale, come detto Conte il 25 settembre 2022 ha fatto la sua parte e ora si giocherà la sua prossima partita alle Europee, con l’opportunità di poter soffiare sul vento del malcontento che spesso ha aiutato chi fa opposizione: sarà quello il prossimo vero banco di prova.

Grillo ha creato il M5S dal nulla, ha cavalcato l’antiberlusconismo, l’anti sistema, la crociata contro la casta e tutto ciò che ha creato il fenomeno del grillismo come posizione popolare di protesta e contrasto ai tradizionali partiti. Da qui la creazione del M5S e Grillo è stato bravo a portare la sua creatura – insieme a Casaleggio – al governo. Poi non ci ha capito più niente, si è asserragliato nella scatoletta di tonno e ha applaudito il governo Conte 1 con la Lega, poi ha benedetto il Conte 2 con la sinistra e ha approvato pure il governo Draghi. Il tempo di Grillo nell’agone politico è finito e sembra quasi di vedere l’ultimo Berlusconi, quello che – prima ancora della malattia – era un leader diventato una zavorra, che aveva perso la scena provava a riprendersela a suon di cazzate.

E allora Grillo la smetta di fare pagliacciate come quella di ieri. Se ne torni a fare altro. Altrimenti farà un danno a Conte e ai Cinque Stelle e – soprattutto – si faccia da parte se non intende fare un grosso regalo alla Meloni, che rischia di restare al governo per i prossimi 10 – 15 anni. Se l’alternativa è questa…

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