HomeEditorialiChissà se la politica taorminese avrà un depresso rimpianto

Chissà se la politica taorminese avrà un depresso rimpianto

TAORMINA – La lunga campagna elettorale a Taormina sta vivendo la sua fase decisiva, quella determinante nella quale si decidono alleanze e candidature ed il tema dominante sembra essere, in buona sostanza, uno: quello dell’andare a rifugiarsi tra le braccia di Cateno De Luca. Una pratica che alcuni hanno già messo in atto e che altri seguiranno a ruota da qui a breve. La ricerca del possibile carro vincente esiste dalla notte dei tempi, intendiamoci, ed è un rito che si compie ovunque, non soltanto qui ma a tutte le latitudini. Il punto sembra essere un altro.

Raccontiamo ormai da tempo la trama di questa convulsa campagna elettorale e qualcuno sorrideva nel commentare le prime notizie già nella primavera di un anno fa e poi in estate. C’era la diffusa convinzione che le candidature a sindaco bisognava deciderle a due o tre mesi dal voto, come sempre e per poter barattare sino all’ultimo

De Luca? Non si candiderà mai a Taormina”, “Manca ancora un anno alle elezioni, tutte queste notizie sulle candidature a sindaco sono cose da bar”, “per le elezioni a Taormina se ne parla con calma dopo le Regionali”, “prima i programmi, poi alla fine il candidato”. Ricordate? Sono soltanto alcune delle perle di alta strategia messe in campo dalla politica taorminese che, nei suoi vari protagonisti paesani, se l’è presa comoda e ha atteso con calma olimpica il corso degli eventi. Peccato che anche un bambino di 2 anni avrebbe potuto immaginare che in caso di mancato successo alle elezioni Regionali, sarebbe cominciata un’altra storia perché a quel punto Cateno De Luca avrebbe ripensato alla candidatura a sindaco a Taormina. Non a caso, a fine agosto, l’attuale sindaco di Taormina, Mario Bolognari, aveva convocato la sua maggioranza a fine agosto per comunicare la ricandidatura ma il tentativo di annuncio immediato gli venne stoppato dai suoi stessi alleati.

Si può dire che De Luca forse sia stato spiazzante – quello è vero – nell’anticipare i tempi e venire allo scoperto già la sera del 26 settembre. Da lì in poi è iniziato un’altra storia e sono saltati gli equilibri consolidati. La discesa in campo di De Luca ha spaccato i due fronti, di maggioranza e opposizione, centrifugando i due poli locali e avviando la grande fuga da una parte e dall’altra.

A questo punto i commedianti principali retrocedono e passano al ruolo di attori non protagonisti con qualcuno che retrocederà a mera comparsa e altri ancora che rimarranno con il cerino in mano. Chissà cosa ne penseranno i vari strateghi che se la sono presa comoda e si cullavano sulle “chiacchiere da bar”, perché “ancora è troppo presto” e “De Luca non si candiderà a Taormina”.

Avranno uno scornato sentimento di esaltazione per le chance – comunque concreta – di successo a sostegno di un leader politico esterno o un depresso sentimento di rimpianto vedendo questo nuovo scenario? Alleati e avversari in fondo saranno accomunati dal dover prendere atto che ora è De Luca è il catalizzatore dell’attenzione politica: quelli che lo contrasteranno ne diranno peste e corna, quelli che lo sosterranno ne faranno vanto anche se poi un’eventuale affermazione del parlamentare non gli consentirà più di divertirsi a mano libere con i suoli pubblici, l’Asm e altre situazioni.

Ma se la politica sino al 25-26 settembre dello scorso anno ha cazzeggiato la colpa la si può dare a De Luca? Obiettivamente no. L’ex sindaco di Messina si è incuneato nella prateria che ha trovato e l’ha percorsa affondando la “lama nel burro”, senza incontrare troppe difficoltà, con gli altri a litigare e disgregarsi, in un clima di confusione generale dentro il quale alcuni hanno scelto di salvare il salvabile e consegnarsi prigionieri e altri non sanno ancora cosa fare e come organizzare l’alternativa.

Come racconteranno i posteri i due tempi del film della campagna elettorale taorminese 2022-2023? Parleranno della politica taorminese che sino alla mattina del 26 settembre se ne andavano beatamente al mare e al Teatro Antico, protagonisti senza fretta e con la certezza di continuare a guidare le danze? O racconteranno soprattutto di quella stessa politica taorminese che dalla sera del 26 settembre scorso è finita dentro un altro film, in pellegrinaggio a Santa Teresa di Riva a fare il casting e sgomitare per non scomparire dal palazzo nei prossimi 5 anni?

Certamente si è rivelata impietosamente corretta la nostra narrazione dei fatti del 30 settembre 2022, quando su TaorminaNews24 raccontammo il capitolo della storia che più di ogni altro sintetizza come sono andate le cose: “Fessi e presuntuosi: così la politica taorminese si è suicidata”. Si credevano giganti, si risvegliarono puffi.

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