TAORMINA – “Renzi e Calenda appesi alle mutande di Cateno De Luca” titola oggi un noto quotidiano nazionale sulla questione delle trattative per le Europee del 2024. Da tempo, è storia nota, va avanti la discussione tra Matteo Renzi e Carlo Calenda da una parte e l’attuale sindaco di Taormina, leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, dall’altra per provare a tessere la trama di un patto politico dal quale ora De Luca ha deciso di tirarsi fuori.
Doveva essere un “matrimonio di interessi”, come lo aveva definito De Luca, è già un divorzio prima di andare all’altare. De Luca aveva sondato i due centristi per sancire un’alleanza in grado di superare tutti insieme appassionatamente l’asticella del 4% ma il ragionamento è sfumato. In fondo non si comprende neanche se Renzi e Calenda siano ancora alleati, un giorno stanno insieme, l’altro litigano e l’altro ancora si rendono conto che probabilmente sono condannati a restare uniti perché dividersi li spingerebbe a contare ancora di meno. E De Luca ha compreso che i due sono dei campioni di antipatia agli occhi degli italiani, seppure almeno a Renzi a vada riconosciuta un’intelligenza politica che altri non hanno. De Luca ha anche realizzato che il tandem Renzi-Calenda non intendono concedergli il ruolo di capolista, al quale ambisce il parlamentare siciliano in ottica Europee. Nel frattempo il sindaco di Taormina va oltre, riflette e pensa di candidarsi nel Collegio Monza-Brianza per il seggio in Senato lasciato vacante dalla dipartita di Silvio Berlusconi. E sarà curioso in quel contesto cosa faranno i Terzopolisti.
“Le contraddizioni nel Terzo Polo vanno emergendo e la situazione degenera sempre di più – ha detto oggi De Luca -. Io mi sono tirato fuori da questa dinamica. Le operazioni di palazzo che non corrispondono al sentimento degli elettori non hanno senso. E poi al momento opportuno si viene travolti da quello che conta, che è il voto della gente. Renzi e Calenda, l’ho detto e lo ripeto, sono condannati a stare insieme, come in un girone dantesco. Se io mi candido al Senato non ci sarà tentativo di coinvolgere gli interlocutori con i quali si discute per le Europee. Questa è la sfida di De Luca, non c’è nessun ragionamento con Renzi e Calenda”.
A questo punto il Patto di Taormina, che era in agenda a fine estate, pare destinato a sfumare o perlomeno è già finito nel congelatore. Il “Patto delle mutande” può attendere, l’attenzione si sposta sulla sfida deluchiana nella “tana del lupo” per le elezioni suppletive del Senato.