HomeAperturaUn bando su Meloni-Salvini: ma l'università italiana si è ridotta così?

Un bando su Meloni-Salvini: ma l’università italiana si è ridotta così?

Sprechi e scelte cervellotiche. Altro capitolo, altro giro di giostra nell’Italia che va “indietro tutta” e torniamo, ancora una volta, sulle università italiane, dove non si comprende più se gli “apparati di comando” e i professori abbiano deciso di trasformare in via definitiva gli atenei in un laboratorio politico permanente o se piuttosto si tratta di una condivisione d’intenti nel voler contribuire a dare la “mazzata” finale ad una realtà accademica sempre più in crisi d’identità.

E’ notizie delle scorse ore che l’Università di Trento ha pubblicato un bando di selezione per un assegno di ricerca al Dipartimento di sociologia e ricerca sociale per studiare i partiti di Lega e Fratelli d’Italia e i relativi leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Chi vincerà il bando, potrà sfruttare un finanziamento di quasi 22mila euro per una ricerca prevista di circa un anno. Avete capito bene, non siete su “scherzi a parte”, è tutto vero.

Nel bando si legge come il progetto miri a “studiare i discorsi e le politiche dei due partiti di destra radicale italiani di Fratelli d’Italia e Lega al fine di identificare quali immagini e gerarchie di genere e sessuali siano prevalenti nella loro ideologia politica. Si studieranno le posizioni relative al campo della famiglia e delle relazioni sociali e quello dell’immigrazione per evidenziare se Lega e FdI condividano le medesime posizioni o meno. Si studieranno anche le due leadership di Matteo Salvini e Giorgia Meloni per analizzare le modalità attraverso cui viene veicolata la loro immagine di leader e verificare se vi sono differenze nella loro capacità di leadership di partito”.

A questo punto la cosa difficile è come definire questa iniziativa? Un esercizio di cretinagine? No, si rischierebbe di fare un torto forse anche alla categoria. Una goliardata? Nemmeno, visto che in palio non ci sono le caramelle della nonna ma si tratta di un bando da quasi 22 mila euro. E allora come si può e si deve considerare un’iniziativa del genere in un momento in cui il Paese ha delle difficoltà economiche e un ateneo decide di sprecare fondi che potrebbero invece servire, ad esempio, per altre ricerche o comunque per tante altre cose di maggiore rilievo, e decide di impiegare 22 mila euro per fare cosa? Una ricerca sociale su Salvini e Meloni. Ma la ricerca scientifica e accademica si è ridotta a questi livelli? Siamo alla fenomenologia del nulla cosmico se questo è l’orizzonte ma soprattutto verso quale orizzonte si intende “traghettare” l’insegnamento alle giovani generazioni?

Oggi e sempre sia sacro il principio della libertà di ricerca ma cosa c’entra una ricerca accademica sui discorsi e sull’ideologia politica, di destra o di sinistra, dei partiti e leader di centro, di sopra o di sotto che sia? Meloni e Salvini vengono pure definiti di “destra radicale” e si ha la vaga sensazione che questa definizione sia la stessa che utilizzano i leader politici di sinistra. Ma a questo punto siamo all’università o sui banchi di Montecitorio? Delle due l’una, il mondo accademico è una cosa e la politica è un’altra, o almeno così dovrebbe essere. O più semplicemente gli atenei italiani hanno deciso di formare i propri studenti attraverso temi elastici in stile quinta elementare?

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