HomeAperturaGiorgia ci casca e i gufi si scatenano

Giorgia ci casca e i gufi si scatenano

E’ bastata una telefonata fake di due comici russi a Giorgia Meloni, un episodio nel quale evidentemente le responsabilità non sono da ricondurre al premier ma a chi le ha passato quella chiamata, per scatenare subito il teatrino all’italiana delle opposizioni, che ricordano subito agli italiani perchè gli avversari del centrodestra sono stati bocciati il 25 e 26 settembre 2022 dagli elettori.

Un anno dopo il voto c’è un governo che non decolla e non entusiasma, la logica vorrebbe che le opposizioni si diano una mossa per dare vita ad una proposta alternativa e sfruttare le difficoltà di un esecutivo che ha fatto tante promesse ma sin qui ha disatteso buona parte di quegli impegni. E invece eccola la prova plastica, la dimostrazione perfetta di quanto sia modesta e prevedibile l’attuale minoranza presente nel Parlamento italiano. Due nomi e due post social, i volti simbolo della banalità politica di casa nostra. Gli ex premier Giuseppe Conte e Matteo Renzi, come i corvi si piazzano li, sul davanzale della finestra, in agguato, aspettando puntualmente l’occasione per criticare e dare lezioni (ma di cosa?), e come i pappagalli ripetono parole di rito per attaccare l’avversario. E’ la liturgia tritola e ritrita della ricerca di consenso che passa dall”andiamo contro a prescindere”.

“Il nostro presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, pensava di parlare con un alto rappresentante africano invece era al telefono con due comici russi, a cui ha spiegato le posizioni del nostro Paese su dossier delicatissimi per la nostra sicurezza e credibilità, dalla guerra ai migranti. Una figuraccia planetaria”, tuona Conte.

L’ex avvocato degli italiani aggiunge: “Meloni ha svelato verità che non ha mai raccontato agli italiani. Continua a mandare armi a oltranza in Ucraina e a inseguire questa escalation militare ma si mostra lei stessa consapevole che occorre trovare una via d’uscita negoziale che tuteli gli interessi di entrambe le parti. Ma soprattutto ammette di non avere ancora trovato il coraggio di portare ai tavoli che contano una posizione diversa dell’Italia, che offra finalmente una soluzione negoziata. Questa codardìa la pagano però gli italiani, gli europei, ma soprattutto le vittime di questa guerra, che purtroppo continuano a crescere. Fallisce sull’Ucraina, fallisce sul tema migranti e gli altri leader nemmeno le rispondono al telefono. Un grave danno per l’Italia, un enorme inganno agli italiani”.

Conte parla di “figuraccia” e tira in ballo la parola “credibilità”, ma dovrebbe anche ricordare le sue prodezze quando era al governo del Paese: tra le varie cose, un giorno spiegherà agli italiani la verità sulla vicenda delle mascherine? Peggio la Meloni al telefono con due comici o un altro premier che consentì ad un Commissario all’Emergenza l’intesa (con relativo compenso) con dei “mediatori” per le forniture di mascherine prima del lockdown? Magari Conte potrebbe anche chiarire come sia stata concepita la norma sul superbonus, buona e apprezzabile come idea ma poi devastante per com’è stata attuata, con i fondi dati a “cani e porci”, con i ricchi che hanno avuto accesso a quella misura, fregando chi ne aveva davvero bisogno e svuotando le casse dello Stato. Stendiamo un velo pietoso sul Reddito di Cittadinanza, perché su quel tasto sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. E ancora: un giorno ci spiegherà Conte come mai e per volontà o a tutela di chi sia stata partorita la normativa riguardante l’ipotesi di reato di mancato versamento dell’imposta di soggiorno da parte degli albergatori, depenalizzato a sanzione amministrativa come dimostra la vicenda di 24 operatori economici di Taormina, indagati dalla magistratura e che poi grazie a quella novità “romana” non sono andati a processo.

E poi c’è Renzi, che commenta pure lui la vicenda Meloni parlando di “Figuraccia per l’Italia e per Giorgia Meloni”. “Due comici russi hanno beffato Palazzo Chigi e hanno parlato con la Premier spacciandosi per leader africani. Avendo lavorato qualche anno a Chigi mi chiedo come sia possibile raggiungere un livello di superficialità così devastante che fa fare una figuraccia non solo alla Meloni ma alla Repubblica Italiana. Due considerazioni: Nel metodo, Meloni deve farsi aiutare. Se questo è il livello della sua squadra, proprio non ci siamo. E basta di dar sempre la colpa a qualcun altro. È in gioco la credibilità del Paese, possiamo smetterla con queste planetarie figure barbine? Nel merito, Giorgia Meloni dice che nessuno ascolta le sue proposte e che altri leader neanche le rispondono. Se è vero, è segno di debolezza. Se non è vero, peggio mi sento. La Premier deve finirla con questo vittimismo cosmico per cui lei è sempre oggetto di cattiverie e complotti. Porti le sue idee e smetta di dire che tutti ce l’hanno con lei. Se gli altri non le rispondono, faccia uno sforzo di serietà. Qui è in gioco la credibilità dell’Italia, basta coi dilettanti’’.

La parola d’ordine e’ “credibilità”, e fa una certa impressione se viene detta dal trapezista politico di Scandicci che promise pubblicamente agli italiani che se avesse perso la sfida dei referendum avrebbe lasciato la politica ma 6 anni dopo e’ ancora lì. In fondo avrebbe anche ragione su qualche riflessione Renzi, come quando afferma che il livello della squadra di Meloni non e’ all’altezza e basterebbe vedere la corte dei miracoli che la circonda. Ma il punto è che Renzi non ha titolo politico per fare la morale alla “povera” Meloni”. Per farsi ascoltare dagli altri leader forse bisogna diventare amici di Macron e degli sceicchi e andare a fare un paio di conferenze politiche in Arabia Saudita o magari – a proposito di Africa – si dovrebbe (ri)fare un bel patto sui migranti come quello a suo tempo fatto da un ex segretario del Pd? E’ peggio la telefonata dei comici russi che si spacciano per un alto rappresentante africano o fa decisamente più piangere la parabola politica di un furbacchione che a via di raccontare fregnate agli italiani passa dal 40% al 2% di consensi?

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