HomeAperturaTsunami a destra: Vannacci gela Salvini e sfida Meloni

Tsunami a destra: Vannacci gela Salvini e sfida Meloni

Il suo libro, “Mondo al contrario” ha scatenato un putiferio, lo hanno accusato di razzismo e di recente è finito anche nel mirino della magistratura ed è stato anche sospeso dall’impiego per 11 mesi. Ma il generale Roberto Vannacci è sempre più una “mina vagante” sulla politica italiana, una bomba ad orologeria con il timer già fissato e pronto alla detonazione. Resta solo da capire quando avverrà il momento. Vannacci vuole scendere in campo, ha deciso di entrare in politica ma tiene sulle spine potenziali alleati e avversari. La Lega lo corteggia da mesi, Matteo Salvini farebbe carte false per averlo in lista alle Europee e lo considera l’ultima spiaggia per salvare la sua segreteria dall’ombra ormai incombente del defenestramento in favore di Massimiliano Fedriga (che ha già la “benedizione” di Giancarlo Giorgetti e Luca Zaia). Ma Vannacci non scioglie la riserva e la sua sembra essere una strategia, che sta logorando Salvini ma crea una certa apprensione anche su altri fronti. Giorgia Meloni vuole capire cosa ha intenzione davvero di fare Vannacci, e la sinistra lo ha ampiamente incoronato a nemico dichiarato prima ancora di vederlo entrare nell’agone politico.

Intervistato da Giuseppe Brindisi a Zona Bianca, Vannacci ha fatto intendere, ancora una volta, che esiste eccome la possibilità della sua candidatura alle Europee del 9 giugno. Con chi, però, al momento non lo dice. C’è da pensare con la Lega, addirittura spunta l’ipotesi di un nuovo partito targato Vannacci. E probabilmente è proprio quello a cui sta pensando seriamente il generale. Le Europee, tuttavia, imporrebbero una raccolta firme (180 mila) ad un partito senza simbolo, ed è una raccolta che non si può fare da un giorno all’altro. Non si può escludere nemmeno che Vannacci decida di rimandare la sua prima sfida elettorale e che voglia pianificare lo sbarco in politica con maggiore calma.

Vannacci non vuole fare passi avventati, sa quanto conta il concetto di strategia, ha la percezione che una sua discesa in campo verrebbe considerata dagli italiani come un elemento di novità e d’altronde questo è un Paese che ha da sempre un’attitudine genetica a ricercare il salvatore della Patria. Potrebbe perciò essere l’ora del generale italiano, capo di stato maggiore del Comando delle forze operative terrestri, già comandante della Task Force 45 durante la Guerra in Afghanistan. E’ il personaggio del momento, tutti parlano di lui ed è già divisivo come pochi altri, come accade di solito ai politici che riescono a far breccia nell’elettorato.

“Matteo Salvini dice che io faccio paura? Non commento le espressioni di altre persone. Se mi sta arruolando? Per arruolare Roberto Vannacci ci vuole ben altro, sono io che scelgo cosa fare della mia vita, sono padrone del mio destino. Apprezzo le parole di Salvini, la vicinanza e l’offerta che mi fa, perché riconosce in me delle qualità. Quando verranno presentate le liste qualche giorno prima si saprà”. Così ha parlato Vannacci, che poi ha risposto alla domanda più significativa da parte dell’intervistatore che gli domandava se intende fondare un partito tutto suo: “Sarebbe una cosa bella, è come andare in battaglia con la propria legione, però bisogna anche conoscere il campo di battaglia e bisogna conoscere i propri legionari”.

Al momento Vannacci diventa sempre più scomodo, i riflettori sono sempre più puntati su di lui, è stato denunciato per istigazione all’odio razziale per alcune frasi contenute nel suo libro Il mondo al contrario. Un’accusa che ha il diretto interessato ha respinto: “L’accusa di istigazione all’odio è totalmente infondata, mi fa rabbrividire”. Altra accusa che rimanda al mittente è quella di essere filoputiniano: “Nella maniera più assoluta, non è vero, anche questa è una farloccheria che è stata messa in giro solo perché nel mio libro descrivo alcuni aspetti della società russa che ho constatato vivendo in Russia”.

In un centrodestra che va a trazione Fratelli d’Italia, con il partito della Meloni arrivato alle porte del 30%, e con la Lega che invece arretra e Salvini che arranca, ormai inchiodato all’8%, la novità Vannacci – tanto più in caso di nascita di un suo partito – potrebbe diventare un attrattore nuovo di consensi, polarizzati soprattutto a destra. Ciò toglierebbe consensi alla Lega ma potrebbe levarli pure a Fratelli d’Italia e magari rimettere in discussione gli equilibri di una stagione politica totalmente dominata dall’attuale premier.

Vannacci vorrebbe pescare anche in una parte di elettorato che va di solito alle urne per esprimere il voto di “pancia”, un’area alla quale a suo tempo ha attinto a piene mani il Movimento 5 Stelle e che in buona parte ha poi abbandonato i grillini, senza contare ovviamente i delusi e gli astensionisti cronici, che in Italia non sono pochi. Il generale è pronto a lanciare la sua sfida e non è affatto detto che abbia voglia di farlo con la Lega. Salvini lo ha capito e lo sa che in questo caso sarebbe la spallata finale alla sua segreteria, il redde rationem alla stagione politica di Mister Papeete.

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