HomePoliticaTaormina tra storia e futuro: il destino incerto di Badia Vecchia e...

Taormina tra storia e futuro: il destino incerto di Badia Vecchia e La Giara

TAORMINA – Taormina si avvicina ad un punto di svolta con l’annuncio del sindaco, Cateno De Luca, sulla possibile o probabile uscita dal dissesto già a maggio-giugno. Si va verso il ritorno alla normalità finanziaria al palazzo municipale, ma cosa accadrà ai beni storici, simboli della storia della città?

L’ipotesi, dichiarata nei scorsi mesi dal sindaco di Taormina della vendita al Parco di Naxos di Badia Vecchia e dell’ex La Giara potrebbe, a questo punto, concretizzarsi, a maggio-giugno con l’uscita del Comune dal dissesto. E’ una prospettiva che solleva legittime preoccupazioni in città, dove in tanti non vedono di buon occhio la soluzione della dismissione di beni di così inestimabile valore.

Nel tessuto decisionale di una comunità, la scelta di alienare beni storici dovrebbe andare probabilmente oltre le fredde valutazioni di carattere finanziario. Bisognerebbe considerare con attenzione il delicato equilibrio esistente tra necessità economiche e protezione del patrimonio storico-artistico e culturale, in quanto la ricchezza di una comunità si misura, soprattutto, attraverso l’essenza intrinseca dei luoghi che ha plasmato nel corso del tempo. Badia Vecchia e La Giara sono immobili custodi di storie, tradizioni e di un sentimento profondo che lega i taorminesi a una parte irrinunciabile della loro identità.

La gestione del patrimonio storico-artistico richiede una conoscenza specialistica e una sensibilità particolare, che ad oggi pare non esserci nell’attuale Amministrazione. Bisognerebbe anche interrogarsi su come gli esperti nominati dal sindaco, professionisti senza competenze specifiche in questo settore, possano contribuire in modo significativo all’orientamento e la determinazione di decisioni riguardanti il patrimonio storico-artistico. Al netto delle dinamiche sul dissesto che sta per concludersi – come già evidenziato dalla Commissione Liquidatoria – senza l’esigenza di inseguire ulteriori coperture finanziarie, la mancanza di un titolo riconosciuto per valutazioni strategiche in questo ambito, potrebbe portare nella direzione di una scelta sbagliata in un contesto che, per sua natura, richiede una conoscenza specializzata della materia e una profonda comprensione dell’importanza del patrimonio culturale.

Scelte di tale portata dovrebbero coinvolgere attivamente la comunità nel processo decisionale, perché la connessione emotiva con questi luoghi non può essere misurata solo in termini di bilancio. Vero, indiscutibile, è il fatto che negli ultimi 20 anni la Badia Vecchia è rimasta inutilizzata o quasi ma non per questo non ci può essere adesso l’opportunità di rifunzionalizzarla e di inserirla in quel circuito di immobili che il Comune ha deciso di valorizzare senza affidarne la gestione ad altri. Si può restituire alla pubblica fruizione Badia Vecchia senza ingenti spese, come d’altronde già avvenuto per il Palacongressi, in cui le criticità da affrontare erano ben maggiori. Di conseguenza, si può recuperare Badia Vecchia senza affidarla al Parco di Naxos. Si dirà che il Parco ha una forza economica importante, in termini di liquidità di cassa e forza di spesa, ma è altrettanto vero che l’ente regionale affronta anche criticità oggettive come quella dell’organico per poter gestire tutti i suoi beni, come avvenuto nel caso di Palazzo Ciampoli.

Conservare la proprietà comunale di tali tesori permetterebbe così al Comune di preservare il legame intimo che i cittadini hanno con la propria storia e di mantenere viva l’identità di Taormina. Soluzioni alternative dovrebbero, quindi, essere esplorate in modo da salvaguardare sia il valore affettivo che quello finanziario, per le potenzialità di cui potrebbe beneficiare direttamente il Comune. A questo punto, non si può escludere (ed è auspicabile) che il sindaco decida di rivedere i suoi propositi e rimodulare in corsa la strategia iniziale su questi beni, alle porte del fine-dissesto, con una situazione di cassa che è sicuramente migliorata e non esige più “sacrifici” immobiliari. Il cambio di passo nella gestione e valorizzazione del patrimonio, insomma, può avvenire in un contesto di rilancio in house comprensivo di Badia Vecchia e La Giara.

In attesa di maggio o giugno, la comunità di Taormina tiene il fiato sospeso, consapevole che le decisioni sul destino di Badia Vecchia e La Giara assumeranno una valenza assai significativa e non solo plasmeranno il volto futuro della città ma rappresenteranno anche un bivio per l’identità taorminese.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.