HomeEditorialiSchlein è già in crisi: il benservito dopo le Europee

Schlein è già in crisi: il benservito dopo le Europee

Nessuno avrebbe mai scommesso un centesimo che il successore di Enrico Letta avrebbe fatto peggio del segretario che aveva affossato il Partito Democratico, eppure Elly Schlein sta riuscendo in una vera e propria “missione impossibile”. Dalle parti del Nazareno c’è persino chi rimpiange il professore della Sciences-Po (L’Institut d’Etudes politiques de Paris). L’attuale segretaria del Pd è stata eletta a febbraio ma l’entusiasmo di quelli che l’hanno votata o di quelli che pensavano avrebbe portato una svolta, sembra già appartenere ad un’altra era geologica.

L’era Schlein al Pd sin qui è un pianto greco. E le elezioni Amministrative più recenti sono state un sinistro presagio di quel che potrebbe accadere alle Europee del 2024, quando potrebbe determinarsi l’ennesimo ribaltone al vertice del Partito Democratico.

Al netto della disaffezione degli italiani per questo mondo, ci sono cose che la politica sa raccontare meglio di qualsiasi altro ragionamento e nel caso di Schlein la valutazione sui primi mesi di guida del Pd è tanto deludente quanto preoccupante per un partito che era già in crisi e puntava a risollevarsi ma sembra, invece, essersi incamminato verso un baratro senza fine.

Schlein si è già messa contro una buona parte del suo stesso partito, che è sull’orlo di una crisi di nervi. Lei è alle prese con il “fuoco amico” che avanza di giorno in giorno ed è lontana dai problemi che interessano agli italiani, non appassiona quelli che potrebbero diventare suoi nuovi elettori e semmai ha già stufato quelli che dovrebbero essere i suoi attuali sostenitori. Sino ad ora non è riuscita ad invertire la rotta di un Pd incapace di rappresentare un’alternativa all’attuale maggioranza di governo.

Schlein ha convocato ieri una conferenza stampa per presentare le proposte del Pd contro il femminicidio. Ma è arrivata tardi perché il governo, il giorno prima in Consiglio dei Ministri, su questo ha varato un decreto. E’ solo uno dei tanti, troppi, scivoloni della segretaria, che non mette in campo una strategia e sino a questo momento ha mostrato, semmai, una non strategia.

Di questo passo l’orizzonte delle Europee prende le sembianze inesorabili di un’ultima spiaggia. E’ partito il timer che rischia di portare dritto a de profundis dell’era Schlein al Nazareno. E non è detto che il ribaltone non possa verificarsi anche prima del 2024.

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