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“Mi candido a Taormina”, un anno fa l’annuncio di De Luca. Poi la slavina sulla politica locale

Esattamente un anno fa, a conclusione delle elezioni del 25 e 26 settembre 2022, Renato Schifani diventava il nuovo presidente della Regione Siciliana, trascinato da un centrodestra capace di condurre alla vittoria un candidato dell’ultima ora che senza farsi vedere nella gran parte dell’isola ha preso persino più voti del suo predecessore Nello Musumeci che 5 anni prima aveva, invece, girato la Sicilia in lungo e largo. La Sicilia, in quella tornata elettorale del 2023 l’aveva girata eccome, per mesi e ad un ritmo impressionante, il secondo candidato alla presidenza più votato, Cateno De Luca, l’ex sindaco di Messina.

Così, la sera stessa del 26 settembre, il leader di Sicilia Vera, pochi momenti dopo la sconfitta, rilanciava la sua sfida con un clamoroso annuncio: la discesa in campo per la sindacatura di Taormina.

“Io credo che Taormina abbia bisogno di uno scossone, è punto di riferimento di tutta la Sicilia Orientale e della Sicilia in generale. Non mi dispiacerebbe mettere a disposizione la mia esperienza per i taorminesi ma con un mandato limitato a fare il lavoro sporco, come sono abituato a fare. Non escludo questo in una fase in cui posso permettermi di occuparmi di più cose. E’ una mia vecchia idea, non escludo che questo mi porti a ritornare a quello che è il mio amore prediletto, che è la fascia di sindaco”.

Queste sono state allora le parole di Cateno De Luca, con un annuncio che archiviava subito il capitolo delle Regionali o perlomeno rinviava la sfida alla prossima futura tornata, e apriva, nel frattempo, un’altra pagina politica: quella di Taormina 2023.

Forse poi tanto sorprendente quell’annuncio non era, visto che già alcuni mesi prima, TaorminaNews24 aveva anticipato pubblicamente la strategia di De Luca. Era ancora il 30 aprile 2022, non era neppure entrata nel vivo la competizione per le Regionali e non si conosceva nemmeno il nome del candidato del centrodestra, impegnato nella faida per la scelta del rivale di De Luca. Eppure scrivemmo e titolammo: “De Luca vuole Taormina: se non vince alle Regionali si candiderà a sindaco“.

La reazione della politica taorminese, già in quella anticipazione dello scenario, fu il manifesto perfetto della pochezza di una generazione di politici locali (anche due, anche tre) che, al netto di come sono andate le cose a Taormina da 30 anni a questa parte, ha fatto un harakiri totale nella strategia, nell’approccio e la risposta alla discesa in campo di De Luca. I vari protagonisti locali non credevano alla candidatura di “Scateno”, non sono stati capaci di comprendere il momento e neanche di imbastire un’alternativa politica competitiva. “Figuratevi se De Luca è interessato a Taormina“, “Ma chi lo vota qui uno di Fiumedinisi?”. C’è chi si mise a ridere, chi ha bollato la cosa comr una suggestione, e in definitiva tutti se la presero comoda e con tranquillità, perché in fondo Taormina ha sempre avuto i suoi riti e all’orizzonte c’era la volontà condivisa da tutti di replicare la solita trama paesana delle elezioni che qui si decidevano all’ultimo momento, con i soliti contendenti, i soliti balletti e le solite sceneggiate in salsa taorminese. Una questione da decidere nel perimetro ristretto e inespugnabile di un paio di padroni del vapore. Con calma e con presunzione, ovviamente.

In fondo, anche la sera del 26 settembre 2022 prevaleva il pensiero dei politici locali che l’ex sindaco di Messina alla fine avrebbe scelto altri lidi e non si sarebbe mai candidato a Taormina. Ma sì, sarà soltanto una provocazione per lasciarsi alle spalle il risultato delle Regionali. Così venne bollata quella dichiarazione di De Luca su Taormina.

Poi c’è stato il malore di De Luca in autunno e un’incertezza che si è trascinata sino a gennaio, quando il parlamentare ha confermato in via definitiva la sua candidatura. E da quel momento il parlamentare ha iniziato a centrifugare la politica taorminese, catalizzando attorno alla sua vulcanica figura l’attenzione della sfida e polarizzando sull’elemento di novità della sua candidatura il sentimento di cambiamento dell’elettorato. Si è visto di tutto e di più. La guerra allo straniero, la crociata contro l’invasore: un copione già visto che ha portato ad una campagna elettorale dai toni forti. Prima ancora una gran confusione tra chi attaccava De Luca e 10 minuti dopo si schierava con lui, chi andava da De Luca (o da chi per lui) con il cappello in mano e poi, se non riusciva a prenotare una poltrona, lo demonizzava. Chi ha girato tutti i conventi e le chiese possibili. Chi ha pensato, soprattutto, di combattere De Luca facendo il più grande errore possibile, scendendo sul suo stesso terreno preferito: quello della guerra aperta e dello scontro totale. E’ accaduto tutto e il contrario di tutto. E’ storia recente il finale della contesa, con De Luca che ha stravinto le elezioni ottenendo il 65% dei consensi, un dato netto e una slavina per la politica locale rimasta fuori dal palazzo.

Il tempo sarà arbitro e come sempre nella vita consentirà di dare un giudizio su quello che sarà il risultato di questa stagione amministrativa deluchiana a Taormina. Intanto è già trascorso un anno da quell’annuncio che ha rappresentato un momento spartiacque in città. Il 28 e 29 maggio 2023 le urne hanno scritto il verdetto ma in realtà De Luca le elezioni le aveva vinte tanto tempo prima: in molti non se ne sono resi conto, anzi non ci hanno capito niente.

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