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Lavori al torrente San Giovanni: le perplessità di Legambiente: “Problema non è risolto”

GIARDINI NAXOS – Rimane in primo piano la situazione, al momento priva di una svolta, dei torrenti nella zona di Taormina e Giardini Naxos e sulla questione si è soffermato il Circolo Taormina-Giardini Naxos-Valle Alcantara di Legambiente, che nello specifico si sofferma sul torrente San Giovanni.

“Il progetto di “Intervento di sistemazione idraulica e idrogeologica del torrente San Giovanni” riguardante la parte che scorre su Giardini Naxos, con un importo complessivo di 3 milioni e duecentomila euro, prevede una variante suppletiva per la costruzione di altre due vasche di calma, con altri centinaia di metri cubi di cemento, lungo il corso del torrente Bottari ed un’altra in una proprietà privata – evidenzia il presidente di Legambiente, Annamaria Noessing – ma questa iniziativa presenta diversi punti poco chiari. Ci restituisce un alveo del torrente San Giovanni e del torrente Bottari alterato nella sua fisionomia e nei suoi equilibri ambientali, il cemento crea infatti uno strato impermeabile che interrompe gli scambi fra le acque dei fiumi e le acque sotterranee e riduce la quantità d’ossigeno disciolto nell’acqua”.

“Da quanto si apprende dalle dichiarazioni del vicesindaco di Giardini, in base al quale, dalle comunicazioni del progettista, per ovviare al problema della limitata sezione della zona tombata all’altezza dell’incrocio con la Via Umberto, sarebbero necessarie altre vasche di calma, non è chiaro se i lavori della variante escludono quelli progettati inizialmente nella zona coperta o si riferiscono solo alla costruzione delle nuove strutture. Inoltre, nel progettare un piano di salvaguardia del quartiere di San Giovanni che si trova a valle dell’omonimo torrente, non si è pensato minimamente a ripristinare e pulire l’alveo a monte e le sue sponde, che ricadono in massima parte in territorio di Taormina, (circa 1km e mezzo) ed esattamente dalla contrada Pietraperciata fino a 200 metri dalla vasca appena terminata, che si trova nel comune di Giardini Naxos”.

“Per cui, visto che in quel tratto, dove si innestano altri due affluenti il San Pancrazio e il Palì, da molto tempo, non è stata fatta nessuna opera di manutenzione dell’alveo e di scerbatura della vegetazione ripariale, alle prossime piogge ci ritroveremo con una tale quantità di materiale che quella vasca non potrà contenere, rischiando così un’ulteriore ostruzione del tratto coperto con esondazione delle acque nel quartiere. A tutto questo si aggiunge un altro fattore di alto rischio igienico sanitario che riguarda lo sversamento di liquami fognari dalle condotte che si trovano nella parte tombata del torrente e che sono defluiti a mare durante tutta la stagione estiva, procurando un danno enorme all’economia e all’immagine della città; ancora oggi si sentono nauseabondi miasmi poiché il problema non è stato risolto”.

“Il progetto iniziale, come accennato – conclude Noessing -, prevedeva un intervento proprio nella parte tombata del torrente dove la sezione idraulica era più stretta, pertanto non si comprende il blocco dei lavori di circa una anno e mezzo che avrebbero permesso la riparazione dei sottoservizi fognari, evitando i divieti di balneazione che ci sono stati in estate. Legambiente si interroga ed interroga gli enti competenti sul valore e la sostenibilità dei lavori previsti che si limitano ad attività di ingegneria e che prevedono una manutenzione, che il Comune di Giardini Naxos avrà sicuramente grosse difficoltà a mantenere nel tempo. Rimangono quindi in sospeso, la gestione dei flussi delle acque, che ora regimentate parzialmente, avranno difficoltà a defluire e la gestione della conduttura fognaria le cui problematiche sembrano aggravarsi piuttosto che risolversi”.

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