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L’addio di Franco Di Mare, signore del giornalismo e angelo nell’inferno di Sarajevo

Si era appena sposato, due giorni prima, con la sua Giulia, la donna che era al suo fianco da 8 anni e che in una recente intervista aveva definito come “colei che ha avuto la forza di sopportarmi quando non mi sopportavo ancora nemmeno io”. Franco Di Mare non ce l’ha fatta. Si congeda dalla vita dopo aver lottato con dignità e coraggio contro una malattia che non gli ha dato scampo. Con la sua scomparsa si spegne uno dei pochi giornalisti davvero bravi e preparati nell’attuale panorama dell’informazione italiana, sempre più scarno di veri cronisti, degni di essere considerati tali, mentre il decadentismo avanza e affligge un bellissimo mestiere diventato proscenio inflazionato di una pletora di corsari, imbonitori e mediocri.

Di Mare aveva iniziato la professione nel 1983, da ragazzo, poi è stato inviato nei Balcani, in Africa e America Centrale, in prima linea nelle guerre. Ha raccontato i fatti con garbo e lucidità, senza aggiungere nulla, ed è diventato con merito un volto popolare, soprattutto per la sua conduzione del programma Uno Mattina. Di Mare in seguito era stato nominato anche vicedirettore di Rai1 e direttore di Rai3. Tutte posizioni di prestigio che ha ricoperto senza mai esondare, con il senso della misura e della correttezza che lo ha accompagnato nell’esercizio del mestiere e nei rapporti con gli altri. E una conferma piena e diretta la può dare chi scrive queste righe che ha avuto il piacere di conoscerlo tanti anni fa, collaborando con questo bravo collega per Uno Mattina, il programma che Franco conduceva in maniera impeccabile su Rai1.

E poi c’è la storia di una piccola vita innocente strappata alla guerra, in Bosnia-Erzegovina, nel 1992 “….Andai in un orfanotrofio di Sarajevo che era stato colpito da una granata, presi in braccio una bimba bruna che istintivamente mi si aggrappò al collo e quello fu l’inizio della storia: trovai così mia figlia”. A Sarajevo, mentre seguiva il conflitto, Franco Di Mare ha salvato e adottato Stella, una bimba di 10 mesi. Quel gesto d’amore ha segnato l’inizio di un legame indissolubile tra padre e figlia. Franco ha cresciuto Stella insieme alla prima moglie, e proprio quel nobile gesto rende in modo significativo l’idea sulla statura morale e prima di tutto l’umanità che ha espresso nel suo percorso.

Franco Di Mare è stato un brillante alfiere del Meridione, orgoglioso ed appassionato uomo del Sud che amava in modo viscerale la sua Napoli e che si era innamorato pure della Sicilia, affascinato dalla “splendida Taormina” (dove per alcuni anni ha collaborato con il Festival Taobuk). L’aveva definita così, in modo perfetto, la nostra terra: “La Sicilia, una regione di spettacolare armonia, sospesa tra natura, storia, tradizione. Una terra del genere dovrebbe essere una terra fortunata, baciata da Dio… ed invece…”. Ha ragione Maurizio De Giovanni, il migliore scrittore italiano di questo tempo, che ha definito Di Mare “una persona meravigliosa, dotata di un cuore straordinario, di una sensibilità e di una gentilezza uniche” e gli ha dedicato un pensiero toccante: “Te ne vai senza andartene mai“. Perché le persone che in questa vita hanno lasciato un segno, in fondo, non se ne vanno mai. La differenza la fanno quelle persone che, al di là del loro essere più o meno personaggi, vivono al fianco della gente in questo tempo e che si occupano dei problemi e delle storie di questo tempo.

Il 28 aprile a Che Tempo che fa ha presentato il suo ultimo libro “Le parole per dirlo” ed è stato l’ultimo capitolo della sua vita, in cui ha annunciato la malattia, con la speranza di un miracolo, anche se in realtà sapeva che stava ormai per scendere il sipario sul suo destino. Pochi giorni più tardi l’ultimo messaggio social: “Ci ho provato fino ad oggi a rispondere singolarmente ad ognuno dei vostri messaggi ma siete davvero moltissimi e le mie energie purtroppo limitate. Mi scuserete quindi se con questo unico messaggio vi ringrazio tutti insieme per questa straordinaria manifestazione di affetto che mi è arrivata diritta al cuore e che da domenica, insieme all’amore dei miei familiari e degli amici più cari che mi sono accanto, sta scaldando le mie giornate. Nei vostri messaggi molti di voi mi dicono di sperare in un miracolo. Per me in realtà è già avvenuto: il mio miracolo meraviglioso siete voi. Infiniti grazie a tutti. Vi abbraccio“.

Franco Di Mare saluta il suo pubblico e si mette in viaggio, verso il Giardino degli Angeli. L’addio in una bellissima frase: “Con la passione e la tenacia ogni sogno può essere realizzato. Grazie per l’affetto e per la vostra attenzione. Ci rivediamo: qui o da qualche altra parte”.

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