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La vera guerra è Cina-Stati Uniti

La guerra in Ucraina continua a macinare vittime in un vortice devastante di sangue che non si arresta e che difficilmente troverà una svolta in tempi brevi. Quando è ormai trascorso un anno da quel nefasto 24 febbraio 2022 i numeri parlano chiaro: si contano oltre 350 mila tra morti, feriti e dispersi. La mattanza va avanti, si parla soltanto di armi e la pace è una parola quasi derubricata dalla volontà dei potenti del pianeta. La diplomazia? Incapace, imbarazzante, praticamente un’entità defunta o quasi, che sino a questo momento non è stata capace di produrre neppure uno straccio di ipotesi di cessate il fuoco.

Vladimir Putin prosegue la sua folle strategia di invasione dell’Ucraina ma le guerra si combattono da sempre da una parte e dall’altra. E il problema non è più soltanto l’ostinazione dello Zar russo nel continuare le ostilità in una terra martoriata dalle bombe. Dall’altra parte c’è l’Ucraina che resiste e che non può fare altrimenti, ma c’è anche e soprattutto la posizione degli Stati Uniti che non stanno muovendo foglia per cercare la pace e percorrono invece, passando da Kiev, la via per regolare i conti con i propri nemici: con la Russia ma non soltanto. Il vero nemico della Casa Bianca non è neppure Putin, la partita nella partita che si sta giocando sulla pelle della gente che muore in Ucraina è tra Stati Uniti e Cina.

Eloquenti appaiono le parole di Don Stefano Caprio, docente di Spiritualità russa al Pontificio Istituto Orientale di Roma, già professore all’università di Mosca. «Il ruolo che la Russia prende in nome della rivoluzione del nuovo ordine mondiale ha dimostrato di essere l’arma che la Cina adopera per imporre il nuovo ordine mondiale da Oriente. La Russia da sola non può dominare il mondo. Dunque Mosca è uno strumento della Cina e specularmente anche dell’America. Non è del tutto sbagliato dire che L’America abbia usato la Ucraina per affermare la sua supremazia nei confronti della Russia di fronte al mondo e alla potenza emergente cinese». Ed ancora: «Putin ormai è una macchietta. E’ il simbolo di una nazione che aveva l’ambizione di affermare la sua superiorità, cosa di cui aveva nostalgia dai tempi dell’Urrs. Ma è stato un disastro. Il progetto di conquistare Kiev in tre giorni ha fallito completamente. A quel punto l’idea è stata quella di difendersi dalla presunta “aggressione” della Nato. Con la guerra diposizione nel Donbass la prospettiva era quella di resistere e cercare di riconquistare qualche pezzettino di territorio, come ha fatto, annettendo in modo grottesco le piccole quattro repubbliche dell’Ucraina meridionale orientale. Col risultato di ricompattare la Nato».

E allora se la guerra nella guerra è tra Stati Uniti e Cina c’è da chiedersi sino a dove potrebbe arrivare questo scontro. Qualcuno azzarda una teoria e forse non è nemmeno tanto bizzarra. Il conflitto potrebbe durare almeno per un altro anno. Poi nel 2024 si voterà in America, con Joe Biden che cercherà il bis e dall’altra parte Donald Trump che proverà a farsi rieleggere. Chissà che un mondo di pazzi e in questo teatro dell’assurdo, forse il matto Trump – se dovesse farcela a farsi rieleggere – non possa fare quello che Biden sino a questo momento non ha saputo e nemmeno voluto fare. Mettere tutti ad un tavolo e far finire la guerra. Subito, senza se e senza ma.

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