Al suo ventinovesimo giorno la guerra in Ucraina prosegue all’insegna di altre atrocità e crimini di guerra mentre l’Europa rimane a guardare da lontano e non ferma l’orrore. Ad un mese ormai dall’inizio dell’invasione russa, lo scontro non si placa e adesso Kiev denuncia l’utilizzo da parte dei russi di bombe al fosforo nella regione di Lugansk.
La navi russe hanno sparato colpi di artiglieria nella notte contro il porto di Odessa. Gli attacchi sono stati uditi prima all’alba e sono stati seguiti dal rumore di alcuni jet militari ucraini che hanno sorvolato la zona. Poco dopo sono scattate anche le sirene antiaeree. Il portavoce dell’esercito ucraino dell’Oblast di Odessa ha confermato l’accaduto: “Hanno cercato di spaventarci, facendo manovre al largo della costa ma hanno fallito”.
“La Nato non manderà né truppe né aerei in Ucraina perché vuole evitare l’escalation del conflitto”, ha ribadito il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in merito alla possibilità di istituire una no fly zone nei cieli dell’Ucraina. “Siamo davanti alla più grave crisi per un’intera generazione”, ha poi aggiunto. Sempre la Nato chiede alla Cina di “condannare l’invasione” dell’Ucraina da parte della Russia e di “non fornire supporto politico e militare” a Mosca. Ma Pechino resta in una posizione ambigua ed evidentemente vicina a Mosca.
Il governo inglese consegnerà, invece, altri 6mila missili all’Ucraina. E intanto cresce la paura per la minaccia del nucleare. In una foresta vicina alla centrale nucleare di Chernobyl è divampato un incendio, poi domato in extremis.
