HomeAperturaArmi e diktat: l'Europa (forse) si sveglia e sfida Putin. Tensione ormai...

Armi e diktat: l’Europa (forse) si sveglia e sfida Putin. Tensione ormai alle stelle

Finisce il ventinovesimo giorno di guerra in Ucraina e forse è arrivato il momento della resa dei conti tra Vladimir Putin e l’Europa. Al vertice Nato Joe Biden segna la linea rossa oltre la quale scatterà un intervento della Nato: “Se Mosca usa armi chimiche, risponderemo”.

Queste le parole del presidente americano a Bruxelles. Alla domanda se Stati Uniti o la Nato risponderebbero con un’azione militare se venissero usate armi chimiche, Biden ha risposto: “Risponderemmo se le usasse. Il tipo di risposta dipenderebbe dal tipo di uso”.

Il G7 è pronto ad adottare nuove sanzioni e continuerà a lavorare per evitare che quelle già decise vengano aggirate anche con la vendita di oro da parte della banca centrale russa. E’ quanto si legge nelle conclusioni della riunione dei leader del G7. “Non è possibile coinvolgere né Nato né Ue nella garanzia di una no fly zone”, ha detto a sua volta il premier Mario Draghi a margine dei lavori di Bruxelles. “Questo è una violazione contrattuale”, i contratti sarebbero considerati “violati”, ha risposto il premier sulla pretesa di Putin di ricevere pagamenti del gas russo in rubli.

L’offensiva russa in Ucraina, nel frattempo, continua senza sosta. “Una “fase di guerra di logoramento”, l’ha definita Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. Una nuova impostazione che, per Kiev, è il risultato dell’effetto combinato prodotto dalle ingenti perdite sul campo – 15.600 i soldati di Mosca rimasti uccisi, secondo l’ultimo bilancio ucraino – e delle difficoltà a prendere il controllo dei centri strategici. Per questo sarebbero in arrivo rinforzi militari in Bielorussia e Crimea, concentrando le forze per tentare di circondare la capitale e occupare interamente le regioni di Donetsk e Lugansk, nel Donbass. Giorno dopo giorno, la resistenza ucraina mette a segno nuovi colpi. Come il raid missilistico che nella notte ha distrutto una delle più grandi navi d’assalto anfibie della flotta russa, la Orsk, ormeggiata nel porto occupato di Berdyansk, sul mar d’Azov. Un bombardamento che ha interrotto importanti rifornimenti militari per l’assedio di Mariupol, colpendo anche altre due navi nemiche. I combattimenti proseguono feroci da est a sud, fino ai dintorni di Kiev. L’uso di armi al fosforo è stato denunciato stavolta nella regione di Lugansk, con almeno quattro morti. A Kharkiv, secondo centro del Paese vicino al confine russo, sei civili sono rimasti uccisi e 15 feriti mentre erano in attesa di ricevere aiuti nella città martoriata, dove i beni di prima necessità scarseggiano, come del resto acqua, gas ed elettricità. Il centro è stato attaccato con missili da crociera Kalibr lanciati dal mar Nero, per un totale di 44 raid in 24 ore, anche con lanciarazzi. La guerra va avanti e adesso bisognerà vedere se dopo il vertice di Bruxelles l’Europa deciderà effettivamente di cambiare passo e mettere in campo misure più energiche per fermare Putin e questo conflitto.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.