HomeItalia - EsteriCritica la guerra in Ucraina: artista russa condannata a 7 anni

Critica la guerra in Ucraina: artista russa condannata a 7 anni

Un’artista è stata condannata in Russia a 7 anni di reclusione per aver “osato” criticare la guerra in Ucraina. Rivolgendosi al giudice al termine del processo Alexandra Skochilenko, artista russa di 33 anni, ha detto di essere una pacifista che apprezza la vita umana sopra ogni altra cosa: “Qualunque decisione prenderà, passerà alla storia. Lei ha l’occasione di dimostrare come risolvere i conflitti con l’aiuto delle parole e della compassione”.

Alexandra nell’aprile del 2022 aveva manifestato il suo dissenso sostituendo i prezzi dei prodotti in un supermercato della metropoli russa con messaggi che denunciavano l’uccisione di civili. Al momento della lettura della sentenza, in aula erano presenti alcuni sostenitori che hanno accolto la condanna al grido di “vergogna” e “linciaggio” mentre la donna scoppiava in lacrime, incredula, nella gabbia degli imputati. In aggiunta alla pena detentiva a Skochilenko è stato vietato l’uso di Internet per tre anni. L’artista, che ha già trascorso più di un anno e mezzo in carcere, ha ammesso la sostituzione dei cartellini con biglietti che esortavano a porre fine alla guerra e criticavano le autorità ma ha respinto l’accusa formale che è quella di “diffusione di informazioni false sulle forze armate”.

Davanti al tribunale, la donna, che soffre di una grave forma di celiachia ed è stata dichiarata “prigioniera di coscienza” da Amnesty International, ha dichiarato: “Io non ho paura, e forse è proprio per questo che il mio governo ha così paura di me e mi tiene in gabbia come il più pericoloso degli animali”.

Dal momento dell’aggressione all’Ucraina, il governo russo ha varato una riforma del codice penale che prevede fino a quindici anni di reclusione per la diffusione di quelle che vengono considerate dalle autorità “informazioni false” sulle forze armate. Uno strumento penale che è servito in questo periodo per sopprimere il dissenso nei confronti di quella che il Cremlino ha sempre definito “operazione militare speciale”. Un giro di vite che ha portato a quasi 20.000 detenzioni e oltre 800 procedimenti pena.

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