HomePoliticaColonialismo 2.0: scippo e delirio della Regione sul Teatro Antico

Colonialismo 2.0: scippo e delirio della Regione sul Teatro Antico

TAORMINA – Gli sviluppi di queste ore sui vari fronti, dal Teatro Antico a TaoArte, sino alla norma sui Parchi archeologici, tracciano un quadro impietoso e sempre più desolante – ma in fondo abbastanza consolidato già da tempo – su quello che è accaduto da diversi anni a questa parte e che continua a verificarsi a Taormina quando c’è di mezzo la Regione Siciliana.

L’epicentro di tante vicende è proprio il Teatro Antico, dove Taormina chiede una cosa che le spetta di diritto: un rimborso per le spese che sostiene in occasione dei grandi eventi ed è una cosa talmente naturale che dovrebbe essere accordata in 10 minuti, a prescindere dal fatto che a chiederla sia quel Cateno De Luca considerato alla stregua di un “demonio” dalle parti di Palermo (e nei corrispettivi e collegati ambienti di Messina e di Catania). Il sindaco di Taormina ha fatto presente che il Comune di Taormina si fa carico dei costi per la spazzatura, per la viabilità e l’ordine pubblico ed il decoro, ricevendo in cambia zero euro, e ancora a Palermo cincischiano e giochicchiano tra una supercazzola e l’altra.

C’è da ragionare sulla cifra, giusto e comprensibile, e questo ci starebbe nel gioco delle parti. Tutto prevedibile se non fosse che il problema è la richiesta in se stessa, avanzata da Taormina che sembra quasi sia diventata un peccato di lesa maestà.

Il Teatro Antico è quello dove un assessore, una distinta signora della Giunta Crocetta, d’altronde, disse all’allora sindaco Eligio Giardina, che “qui (in quel bene, ndr) comanda la Regione” e che “Taormina deve ringraziare che la Regione organizza gli spettacoli in questa città”. E il governo Crocetta, dalla sera alla mattina, ha smaterializzato con un colpo di penna la legge che prevedeva l’assegnazione del 30% ai Comuni per i proventi dei siti archeologici, portandosi via una somma pari a circa 800 mila euro che spettava ogni anno alle casse del Comune di Taormina. “Ma quei soldi finiscono ora nel bilancio del Parco che li investe nel territorio”. Peccato che poi lo stesso Parco di Naxos-Taormina sia costretto a fare il “donatore di sangue” per garantire gli spettacoli (con relative chiusure anticipate del Teatro Antico) ed è pure costretto a versare il 10% del suo bilancio annuale (250 mila euro circa all’anno) ai Teatri Minori.

Nulla è cambiato nell’epoca del governo Nello Musumeci, quando i privati hanno continuato a fare i concerti con zero euro di rimborso per il Comune di Taormina e la questione ora è esplosa ed è diventata materia di scontro plateale con il governo in carica, guidato da Renato Schifani. A sollevare il caso è stato l’impertinente Cateno De Luca, che “malauguratamente” per la politica palermitana è stato eletto sindaco di Taormina. Il caso si è fatto spinoso, sino a far traballare la poltrona di un assessore – Francesco Scarpinato – “reo” di trattare con il sindaco di Taormina per cercare un accordo. E sino alla minaccia di dimissioni da parte del presidente della Regione “se approvate la legge De Luca”, quella cioè che chiede un ristoro del 10% per i Comuni ed altrettanto ai Parchi archeologici siciliani, nei contesti in cui i relativi enti sostengono spese per i vari eventi o cosiddetti grandi eventi. La controproposta del governo siciliano è quella di offrire “sino ad un massimo del 10%”, percentuale insomma poi sulla quale trattare e mercanteggiare. Ma di cosa parliamo?

Taormina è costretta a casa propria ad elemosinare ciò che le spetta di diritto. Questa è la Regione Siciliana che esonda e spadroneggia, non vuole mollare la presa di un millimetro e si ostina a mancare di rispetto ai taorminesi. Ed è inevitabile chiedersi dove sia stata la politica taorminese sino a questo momento? Boh. Dovremmo chiederlo alla nostra amica Federica Sciarelli se l’ha vista da qualche parte.

Si va oltre lo scontro tra De Luca e Schifani, e si va al di là delle considerazioni su De Luca e su chi lo apprezza e chi lo osteggia a priori. Il punto è un altro e la questione è molto semplice: Taormina e i taorminesi devono ancora continuare a subire e farsi scippare e prendere a calci, schiaffi e “pesci in faccia” dai governi siciliani che pretendono di comandare in casa d’altri? La misura è colma, siamo al delirio di onnipotenza ed è arrivato il momento di voltare pagina e mettere fine alla vergogna conclamata del colonialismo 2.0 in salsa palermitana.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.