HomeEditorialiBufera Schlein: rivolta Pd sul sostegno agli imbrattatori

Bufera Schlein: rivolta Pd sul sostegno agli imbrattatori

La luna di miele tra Elly Schlein e il Partito Democratico è già finita prima di cominciare. Il nuovo segretario del Pd rischia di far rimpiangere persino Enrico Letta, ed è tutto dire. Fatali le parole della Schlein sull’episodio degli imbrattatori di Palazzo Vecchio a Firenze, gli attivisti che hanno sporcato uno dei simboli italiani dell’arte e nella circostanza fermati poi dal sindaco Dario Nardella. L’Italia, tutta, non solo a sinistra ma anche a destra, ha rivolto – in termini condivisibili – frasi di solidarietà e di sostegno al primo cittadino di Firenze. E invece Schlein così ha commentato il gesto idiota di questi “attivisti” che si rendono autori di gesti inaccettabile, da stigmatizzare, senza se e senza ma.

“Di quella mobilitazione mi piace la consapevolezza che loro stanno chiedendo solo di ascoltare la scienza”, ha sottolineato la segretaria del Pd. “Quando ci siamo trovati ad affrontare il dramma della pandemia – ha aggiunto – noi politici e istituzioni abbiamo dovuto affidarci a chi ne sapeva di più. Ma se l’abbiamo fatto con la pandemia, perché non lo facciamo invece sul clima? La conversione ecologica va accompagnata. Bisogna metterci le risorse. Ci sono intorno a 400mila imprese che stanno innovando, perché l’economia circolare conviene. Non abbiamo alternative, è la responsabilità più grande – ha concluso – che abbiamo verso le nuove generazioni”. Ecco, questo ha detto Schlein ed è un commento che non necessita neppure di commenti. Un pensiero infelice che stride con la corsa ecologista e la disperazione di Nardella di fronte a quello che stava accadendo a Firenze e che poi è già successo in altre parti del Paese e potrebbe ancora ripetersi ovunque.

«Non c’e rivendicazione di valori, di idee, di principi che giustifichi la violazione dei diritti degli altri. Se io vedessi qualcuno distruggere il bene di un altro, proverei anche io a intervenire. Ho apprezzato che Nardella lo abbia fatto. Ha fatto bene, è stato anche colorito nel suo eloquio, ma io avrei detto anche peggio». Così si è espresso, tra gli altri, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte e questo è un pensiero corretto, di buon senso. «Nessuna battaglia per una causa, anche la più condivisibile, può mai giustificare l’attacco all’arte», aveva reagito a caldo Nardella. E all’interno del Pd in tanti hanno tirato le orecchio al segretario del partito, ad esempio Simona Malpezzi, capogruppo dei democratici al Senato. “Nessuna causa può giustificare l’attacco ad arte e cultura». E ha ragione.

Invece Schlein sembra voler giustificare l’ingiustificabile. Si arrampica sugli specchi scivolosi di un ecologismo innovativo a modo suo, che rischia subito di farle perdere consensi e soprattutto credibilità nel suo partito oltre che nel Paese. Schlein filosofeggia contromano su un tema dove non ci può essere ambiguità alcuna e non c’è niente da interpretare.

Imbrattare i monumenti è una bestialità da condannare. Non esiste nulla che possa “piacere” nel vedere la mano di qualche eco-teppista che arreca un danno al patrimonio storico. Le proteste, legittime e pacifiche, si fanno in altro modo.

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