HomeAttualità e CronacaTurismo di Natale, a Taormina si poteva fare di più

Turismo di Natale, a Taormina si poteva fare di più

TAORMINA – Secondo le stime di Federalberghi saranno oltre 17 milioni gli italiani che si sposteranno nelle festività di Natale e Capodanno per concedersi qualche giorno di relax. Si riuniranno con la famiglia o con amici, molti andranno sulla neve ma tanti altri sceglieranno anche le località del Sud Italia. E’ un movimento che andrà a corroborare i profitti dell’industria turistica che nel 2022 è riuscita finalmente a rialzare la testa dopo i due anni tremendi di pandemia. Si prospetta un giro di affari per un valore superiore ai 13 miliardi di euro, vicino ai risultati del 2019 ad ulteriore conferma che il peggio è decisamente alle spalle.

Ci sarà chi si sposterà da Sud a Nord e chi, invece, viceversa. A Taormina il 2022 si consegnerà agli archivi con il bollino di un anno assolutamente positivo, un vero calcio nel sedere al Covid che aveva ammazzato l’economia del territorio, portandosi via il 70% dei flussi turistici.

Questo Natale poteva essere in qualche modo l’opportunità per provare a mettere la ciliegina sulla torta ad una ripartenza a grandi livelli. Magari si poteva allestire qualche mostra di particolare qualità attrattiva nei palazzi storici e pensare ad iniziative che altrove vengono fatte e hanno successo come i mercatini di Natale e qui, nell’eterna visione paesana della vita, vengono visti come la kryptonite per Nembo Kid.

Alla fine a Taormina ci si è accontentati, a pancia piena, di tutto quello che si era già raccolto in estate e sino all’autunno inoltrato. Il copione si conferma in linea con la storia locale, che racconta come il fine anno da queste parti non sia mai stato un periodo di particolare rilievo per le presenze turistiche e lo sguardo è già rivolto ai mesi successivi. Se poi non c’è neppure la voglia e convinzione di ribaltare le tradizioni, tutto il resto diventa aria fritta. Non è un caso che qualche grande albergo e importanti realtà del commercio abbiano chiuso già tra la fine ottobre e la prima decade di novembre, dando appuntamento al 2023 senza allungare di altri due mesi la propria operatività.

Così, per le festività, Taormina si presenterà in una sostanziale modalità “Me cala la palpebra”. Ci sarà, tutto al più, un pò di intrattenimento culturale di nicchia, per pochi intimi.

Rimane la sensazione che si poteva fare altro e di più o perlomeno gestire meglio che quel che si aveva a disposizione, ma in tempi di dissesto non si può chiedere di più al Comune di Taormina. La Regione i soldi li ha messi, il problema è che poi in realtà li butta via. E alla fine della fiera delle risorse preziose, in grado di portare qualcosa di buono al territorio, vengono sprecate dalla scarsa lungimiranza delle solite consorterie import-export da allattare al capezzale taorminese. Con la responsabilità chiaramente di una città che, al netto delle chiacchiere, fa l’ospite in casa propria e accompagna questi sprechi.

Poco male e anzi menomale che Taormina riesce sempre e comunque a farsi apprezzare, mettendo il pilota automatico con la forza della propria bellezza, che da sempre resiste a tutto e tutti. Compresa la qualità modesta di attori e comparse di turno.

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