HomeAttualità e CronacaViadotto Sant'Antonio: a Taormina conflitto di coscienza tra turismo e sicurezza

Viadotto Sant’Antonio: a Taormina conflitto di coscienza tra turismo e sicurezza

TAORMINA – A Taormina c’è un problema di cui tutti parlano ma che sinora nessuno sta trovando il coraggio di affrontare. Parliamo del Viadotto Sant’Antonio della Via Garipoli, esattamente il tratto dove per intenderci una settimana fa si è verificato l’incidente che coinvolse una carovana di ciclisti.

Il pilone del viadotto necessita di essere consolidato, lo si doveva fare quando ci fu il G7 del 2017 ma ci si accontentò di fare un’opera tampone e rimandare il problema. Lo si poteva (e doveva) sistemare nei tre mesi in cui l’intera Via Garipoli rimase chiusa dal 25 novembre al 25 febbraio scorso per una frana. Secondo i tecnici non ci sarebbe un rischio di crollo del viadotto al momento e lo vogliamo premettere per sgombrare il campo da qualsiasi messaggio allarmistico. Ma attorno al piede del viadotto c’è la raccolta delle acque da sistemare, soprattutto a monte della Via Garipoli è ben visibile la sagoma minacciosa della frana di contrada Lappio che attende di essere rimossa dal lontano 2004, ed è una specie di record nazionale della vergogna che purtroppo appartiene a Taormina dove una frana è lì da 18 anni. Ripetiamo: 18 anni.

La vicenda del viadotto Sant’Antonio sta portando ad una sorta di tacito e inconfessabile conflitto di coscienza, la città si trova tra l’incudine e il martello, tra il “vorrei fare” ma “non posso strillare”. Al Comune c’è la consapevolezza che qualcosa si deve fare ma si ha la paura che la Via Garipoli finisca per andare incontro ad un’altra chiusura. Da una parte c’è il timore di mettere mano sulla Via Garipoli alle porte di una stagione da salvaguardare, dall’altro però c’è l’esigenza ineludibile di tutelare la pubblica incolumità ed estinguere sul nascere qualsiasi eventuale rischio per le vite umane.

A questo punto in Consiglio comunale il problema è stato posto da diversi consiglieri comunali, tra i quali Salvo Cilona, Salvo Brocato e Marcello Passalacqua. C’è stato anche un sopralluogo in zona da parte di alcuni consiglieri alla presenza del dirigente dell’Ufficio Tecnico, Massimo Puglisi. E va dato atto all’ing. Puglisi di non aver perso tempo nel relazionare sullo stato dei luoghi, ha preso la penna e ha scritto al sindaco chiedendo che vengano messe a disposizione degli uffici le somme, pari a circa 30 mila, per procedere alle verifiche geologiche del caso e per la previsione, quindi, di interventi finalizzati a mitigare il rischio. In sostanza, non sussisterebbe un pericolo immediato ma qualche apprensione c’è e prevenire è sempre meglio che curare. Occorre consolidare il piede del viadotto e bisogna impedire che una non corretta canalizzazione delle acque finisca per intaccare, presto o tardi, l’integrità della struttura.

Ora bisogna accelerare e risolvere il problema, perché parliamo della strada più trafficata di Taormina, dove si passa in continuazione con le auto e con i pullman. E’ chiaro che siamo alle porte di una stagione turistica e nessuno vuole che si chiuda di nuovo la Via Garipoli. Non dovrebbe esserci questo rischio, tutto al più forse potrebbe esserci l’esigenza di andare incontro ad un breve periodo con il senso alternato in quel curvone nel corso dei lavori a valle, al pilone. Più in fretta si interverrà, prima si finirà e soprattutto sarà anche di modesta entità l’intervento stesso che si dovrà porre in essere.

La questione va chiusa adesso, contemperando con serenità e senza esitazioni tutti gli aspetti e le esigenze del territorio. Ma al netto della grande “fame” collettiva di turismo, la sicurezza viene sempre prima di tutto e di tutti. Senza se e senza ma.

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