HomeEditorialiVasseur sarebbe perfetto per Taormina: è l'uomo del "disastro positivo"

Vasseur sarebbe perfetto per Taormina: è l’uomo del “disastro positivo”

C’era una volta la Ferrari che nella Formula Uno vinceva e appassionava il pubblico italiano e quello di tutto il mondo. La rossa di Maranello ormai da diversi anni (tanti anni) è diventata invece una schiappa. Una macchina che non vince mai, tutto al più fa qualche piazzamento per disgrazie altrui ma soprattutto non trova nemmeno un assetto competitivo e fa incetta di dirigenti scarsi. Ma uno li sta battendo tutti. Nell’ultimo ventennio si è passati dalla leggenda vincente Michael Schumacher al fuoriclasse della sconfitta totale, Frédéric Vasseur, ingegnere francese, Team Principal e General Manager della Ferrari.

Fin qui la stagione di F1 della Ferrari non è disastrosa. Di più. Un fallimento totale. La Ferrari non vince e ha due piloti che vengono gestiti per come è stata realizzata questa macchina: cioè in maniera penosa e che per di più si detestano. Un tempo, si potrà eccepire, litigarono anche Villeneuve e Pironi ma lì c’era in gioco la vittoria di un Mondiale, qui tra Leclerc e Sainz va in scena la contesa del nulla, le briciole che lasciano Verstappen e gli altri.

Vasseur ancora arriva a dire: “Continueremo a sviluppare la vettura e portare pezzi nuovi, ma occorrerà fare un lavoro migliore”. “Sensazioni positive. Siamo sempre in lotta e vogliamo esserlo ancora, speriamo di essere più competitivi”. Attorno crolla tutto e ci sono soltanto macerie ma lui non si scalfisce, non si preoccupa, spiega e trova un appiglio (ma quale?) per essere ottimista.

Frederic Vasseur è uno a cui dovrebbero dare subito la cittadinanza italiana e “blindarlo” nel nostro Paese. E’ il prototipo perfetto dei “parasaccaro” italico che riuscirebbe a vedere positivo anche davanti all’onda di uno tsunami. La frase capolavoro è stata: “Non ho preoccupazioni perché dal secondo al decimo posto siamo tutti vicini”. Enzo Ferrari, nell’alto dei cieli, si mette le mani nei capelli e magari vorrebbe chiedere a San Pietro di poter scendere anche solo per 10 minuti al piano di sotto per prendere a calci nel sedere Vasseur e ricordargli cos’è la Ferrari.

“Il mio lavoro è separare positivo e negativo. Abbiamo commesso tanti errori, troppi, e non possiamo permetterci così tanti problemi”. E le soluzioni? Boh.

Come dice lo sciamano francese: “C’è margine di miglioramento. Preoccupato? Il mio lavoro è preoccuparsi di noi stessi”. Un fenomeno che potrebbe essere catapultato nella politica italiano, regno perfetto della “vendita di fumo” alla gente al netto del non produrre nulla di utile per la collettività.

Vasseur è un iper-fiducioso, per lui la colpa non è mai sua ma sempre degli altri e con la sua faccia e le sue paraculate potrebbe essere utile anche a Taormina, la capitale del turismo dove per 30 anni pochi fessi pagavano le tasse e tutti gli altri (gli stessi che ora passano le giornate a scrivere fregnate sui social) scialacquavano alla grande. Nel frattempo il Comune ha accumulato un buco di 30 milioni di tributi non riscossi, 86 milioni di debiti e la città più ricca della Sicilia è andata in dissesto. Ma non è colpa di nessuno e come direbbe Vasseur: “Il fallimento non esiste più, il dissesto è una cosa positiva”.

Lo vedremmo come figura ideale per gestire in questi giorni l’emergenza dell’Aeroporto di Catania e con la sua capacità di pianificazione sarebbe possibile una riapertura (quasi) immediata: giusto un paio di settimane, entro il mese di settembre. O magari la Regione Siciliana, che a Taormina ci tiene sul serio, potrebbe pensare di portarlo qui e fargli una bella nomina nella Fondazione TaoArte. Vasseur sì che ci starebbe a meraviglia in quel contesto e potrebbe alzare l’asticella. Lui è uno che se ne intende di programmazione, parla chiaro ed è in grado di assumersi le proprie responsabilità. Ci farebbe capire che il Festival del Cinema non è stato un flop, spiegherebbe che l’immagine del Teatro Antico perennemente semivuoto non deve ingannare, e forse potrebbe pure convincere il Comune di Taormina a rientrare per amore di patria nella fondazione. In fondo TaoArte sta vivendo un’estate di “grande cambiamento e rilancio”, è “una svolta epocale” un pò come la stagione della Ferrari in Formula Uno. E’ una questione di pazienza, non bisogna mai fermarsi ai dettagli e alle apparenze. Ecco perché siamo tutti Vasseur e se la Ferrari dovesse mandarlo via gli lanciamo un appello: monsieur Frédéric vieni a Taormina e facci sognare.

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