TAORMINA – Assumono contorni sempre più imbarazzanti le vicende del mancato pagamento dei tributi a Taormina. E’ una storia di morosità largamente diffuse che parte da lontano e che noi per primi abbiamo già denunciato pubblicamente già nel 2008. I nodi vengono ormai al pettine e tra tanti aspetti uno in particolare si può, però, considerare il più sconcertante, il più vergognoso.
Il riferimento è ai tanti contribuenti che hanno le utenze intestate a persone non più in vita e che non si sono mai premurati di regolarizzare la loro posizione. Si tratta di cittadini che hanno speculato sui loro parenti defunti per lasciare che le utenze rimassero intestate a chi era già andato nell’aldilà.
Questi contribuenti che hanno inteso instaurare una condizione di finta resurrezione di un loro parente sono rimasti “comodamente” nel limbo e prima o poi qualcuno dovrà spiegare come sia stato possibile che a Taormina si sia verificata questa situazione. Come sia stato possibile, nel comune più ricco della Sicilia, arrivare sino sino al punto di non ritorno dei circa 30 milioni di tributi non riscossi dal Comune e del dissesto, in un contesto che poi era comprensivo di storie come questa.
“A Taormina – ha dichiarato il sindaco di Taormina, Cateno De Luca – abbiamo riscontrato un fenomeno diffuso, ed è quello delle utenze finalizzate a far resuscitare i morti. Il fatto è che i defunti non sono resuscitati. Eppure risultava comunque che tanti defunti consumavano l’acqua. Abbiamo affrontato questo fenomeno e sono emerse davvero tante utenze intestate a persone non più in vita. E’ una cosa inaccettabile, metteremo fine a questa storia che rappresenta non solo una forma di evasione verso il Comune ma anche una mancanza di rispetto per le persone che non ci sono più”.
