TAORMINA – Dopo il settore alberghiero, a Taormina scatta la stretta anche nella ristorazione per alcune attività che risultavano non aver pagato alcuni tributi. La società incaricata dal Comune per il recupero crediti si è mossa attivando le procedure che erano state poste in essere anche per gli hotel, con la temporanea sospensione dei conti in banca per le società che devono degli importi all’ente comunale. Si potranno ora effettuare dei piani di rateizzazione per versare al Comune le somme dovute e così ottenere lo sblocco dei conti. I fronti principali interessati dalla vicenda sono Imu e Tari
I crediti (ma anche i debiti) maturati al Comune di Taormina sino al 31 dicembre 2020, ricordiamo, rientrano nell’ambito di competenza della Commissione straordinaria Liquidatoria, che sta lavorando nella cittadina ionica per il risanamento della casa municipale a seguito del dissesto finanziato dichiarato nel luglio del 2021.
La società incaricata dal Comune di Taormina per il recupero dei crediti sta dando corso al tentativo di recuperare tributi non pagati per un importo complessivo di circa 6 milioni di euro. Questi gli importi interessati dalla procedura di da iscrizione a ruolo coattivo a seguito di accertamenti: per l’Imu emessa nel 2018 e 2019, relativamente ad anni d’imposta che vanno dal 2012 al 2017 per un importo complessivo di 5 milioni 740 mila euro (di cui 4 milioni 397 mila euro di imposta e Un milione e 255 mila euro di sanzioni e 85 mila 727 euro di interessi); c’è poi la Tari emessa nel 2018-2019, per gli anni d’imposta 2015-2016-2017 per un importo complessivo di 321 mila 993 euro (di cui 201 mila 706 euro di imposta, 117 mila 215 euro di sanzioni); e poi l’imposta sulla pubblicità (Icp) emessa negli anni 2018 e 2019, relativamente ad anni d’imposta dal 2014 al 2018 per 57 mila 660 euro (di cui 44 mila 214 euro di imposta e 12 mila 487 euro di sanzioni).
