HomeEditorialiSinner non paga le tasse in Italia? Fa bene

Sinner non paga le tasse in Italia? Fa bene

La solita Italia che nasconde la testa sotto la sabbia sui problemi che contano e crea polemiche per l’inguaribile attitudine a buttarla in caciara, stavolta se la prende con Jannik Sinner, il tennista altoatesino che domenica scorsa ha compiuto la grande impresa di trionfare nella finale degli Australian Open e prima ancora aveva trascinato la Nazionale Italiana alla vittoria della Coppa Davis. Roba da applaudire all’unanimità, senza se e senza ma, con orgoglio e fierezza collettiva per un ragazzo di 22 anni che si sta affermando agli occhi del mondo. Invece eccola l’immancabile voce fuori dal coro.

Sinner è nato a San Candido (Bolzano, in Val Pusteria) ma la residenza del tennista n.4 del ranking internazionale è all’estero. A Montecarlo, per esattezza È lì che ha scelto di portare la sua residenza da 3 anni a questa parte. L’ha definita una scelta professionale, valutazione che può piacere o meno ma legittima e rispettabile. Di conseguenza Sinner è adesso sottoposto al regime erariale del Principato. E adesso l’aumento esponenziale della sua popolarità in virtù dei successi ottenuti in sequenza in questi mesi ha acceso l’immancabile polemica demenziale sul “campione italiano che non paga le tasse in Italia”.

Sull’argomento, proprio in queste ultime ore, è parsa significativa (e condivisibile) la risposta data a difesa di Sinner da Giuseppe Cruciani, che alla Zanzara in onda su Radio 24 ha così dichiarato: “Qualcuno mette in dubbio che Sinner sia italiano perché non paga le tasse in Italia. Va benissimo che Sinner paghi le tasse a Montecarlo, evidentemente il problema è che noi facciamo pagare troppe tasse. Sinner è libero di pagare le tasse dove ca**o vuole! Questo non vuol dire che è meno italiano! Viva Sinner!”, ha sottolineato il noto conduttore radiofonico.

E anche noi concordiamo che Sinner è libero di pagare le tasse dove vuole e l’ultima a poter prendere di fargli la morale è l’Italia che pensa eternamente a prendere dal cittadino e non a dare.

Così si è espresso sul tema Aldo Cazzullo: “Come può Sinner diventare l’orgoglio italiano se non paga le tasse in Italia?”. E ancora: “È un campione e un bravo ragazzo, ma è un problema se è il portabandiera del nostro sport e risiede a Montecarlo, cioè non contribuisce fiscalmente alla vita della comunità. E spiega molto di come pensiamo al nostro paese. Se la valutazione non è sportiva, ma morale, allora il fatto che il nuovo portabandiera dello sport italiano abbia la residenza fiscale a Montecarlo, e quindi non contribuisca alla sanità, alla scuola, alla sicurezza, alle molte esigenze della comunità nazionale che rappresenta, dovrebbe farci dubitare non tanto di Sinner, quanto di noi stessi. Un popolo che in fondo si disprezza”. Eppure Cazzullo in questo suo pensiero “profondo”, di cui forse neanche lui ha colto un senso logico, dovrebbe ricordare – e lo sa bene – che l’Italia, nel panorama europeo, è nelle zone alte degli Stati “stanga-cittadino” per la percentuale di tasse e tributi vari imposti ai propri contribuenti, e poi per assurdo c’è persino chi si inalbera se si parla di abbassamento del cuneo fiscale.

Sinner vive da quando aveva quattordici anni a Montecarlo e dal 2020 ha spostato lì la sua residenza anagrafica. E se la sua valutazione ha tenuto conto delle dinamiche fiscali italiane, chi può dire che avrebbe dovuto fare diversamente e che avrebbe avuto vantaggi a lasciare la sua residenza qui? Aspettando i dati del 2023, nel 2022 nel nostro Paese (fonte Eurostat – vedi Corriere della Sera, ndr) le imposte e i contributi sociali hanno avuto in Italia un’incidenza sul Prodotto interno lordo pari al 42,9%, rispetto al 42,8% del 2021. Vale a dire che mediamente ogni mille euro di reddito prodotto circa 430 sono destinati a tasse e contributi. Un dato sopra la media europea. Solo la Francia fa peggio di noi.

Come rimarcato da Repubblica in Italia poi rimane evidentemente un enorme problema irrisolto: “Ci sono trecentomila contribuenti che devono al Fisco oltre 500 mila euro a testa: 795 miliardi di tasse che l’Agenzia delle Entrate non riesce a recuperare. Tutto questo nel Paese in cui un contribuente su due dichiara meno di 17.800 euro l’anno“. Ed è di questo che dovrebbero preoccuparsi i moralisti che se la prendono con Sinner. Siamo un Paese che applica una pressione fiscale martellante, ai limiti dell’insostenibile, a carico dei contribuenti e persino di quelli che non hanno più il minimo per sopravvivere. Siamo in uno Stato che non riesce a recuperare le somme consistenti non versate dagli evasori e poi se la prende con il Sinner di turno, “reo” di aver portato regolarmente, alla luce del sole, la sua residenza a Montecarlo tre anni fa e non ieri notte in gran segreto alle Isole Cayman. E allora Sinner lo mettiamo alla gogna mediatica per aver compiuto la scelta di sottrarsi alla presa a tenaglia del Fisco italiano? O piuttosto bisogna avere il coraggio di dire la verità: Jannik ha fatto bene, benissimo. Con tanti saluti alla doppia morale di un Paese che con una mano esulta e ti esalta e con l’altra rosica e prova a “mascariarti”.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.