HomeAperturaSchlein verso il flop finale ma fa quasi tenerezza

Schlein verso il flop finale ma fa quasi tenerezza

Si avvicina l’appuntamento politico con le Europee 2024 e tutto fa prevedere che sarà anche la Caporetto per la segreteria di Elly Schlein che rischia di essere disarciota dalla guida del Partito Democratico a neanche un anno dalla sua elezione avvenuta nel marzo di quest’anno.

L’attuale segretaria del PD fa quasi tenerezza, perché al netto dei suoi limiti c’è la situazione oggettiva di un partito che oggi metterebbe chiunque in difficoltà per una condizione di crisi profonda che volge all’irreversibilità. Dopo un decennio alla guida del Paese con i vari governi di palazzo non votati dai cittadini, il PD è finito all’opposizione e rischia di rimanerci per tanto tempo.

Il centrodestra non brilla, Giorgia Meloni delude per quelle che erano le aspettative ma è ancora avanti nettamente nei sondaggi e rischia seriamente di restare alla guida del Paese anche nella prossima legislatura, perchè dall’altra parte non c’è un’alternativa credibile che possa metterla in difficoltà e disarcionarla dalla prima poltrona di Palazzo Chigi.

La segretaria del PD si affida alla piazza, con la manifestazione della Cgil, il firma day sul salario minimo tra due giorni, la mobilitazione sulla sanità convocata l’11 novembre, poi la conferenza sulle Europee a dicembre. Dovrebbero essere momenti di crescita del consenso, sembrano invece tappe di avvicinamento al flop finale della breve era Schlein. Era stata eletta per dare uno scossone al mondo PD, un partito che tuttavia fa una enorme fatica a rinnovarsi e a costruirsi una nuova identità.

Sullo sfondo c’è la minoranza interna e non soltanto Stefano Bonaccini ma la corrente guidata da Vincenzo De Luca, il governatore della Campania che si è messo in testa di detronizzarla. A quanto pare Elly attenderebbe il 2024 per candidarsi capolista in tutte e 5 le circoscrizioni. Una prova di coraggio, ineccepibile per alcuni versi, in realtà un passo ulteriore verso la Caporetto perchè se il PD fallisce il test delle Europee non ci sarà altro colpevole da individuare che la segretaria in carica.

La leadership di Elly è in bilico e non è colpa sua se nel PD c’è ancora gente che pensa di avere il dono della verginità come il “teorico” Dario Franceschini, che filosofeggia da primo delle classe o come il sindaco di Firenze Dario Nardella, definito “un saputello” – non a caso – dal mentore Renzi. I sostenitori di Schlein la invitano ad andare alla resa dei conti con i soliti “lupi” e a fare definitivamente piazza pulita. Forse sarebbe la cosa migliore ma la giovane segretaria avrà la forza e il sostegno di poter liberare il partito dai soliti dirigenti per tutte le stagioni? Sono quelli che si mettono sempre in prima linea e vogliono stare al centro della scena ma senza metterci la faccia, pretendono spazio e poi nel momento della difficoltà scaricano puntualmente le responsabilità sugli altri.

Il rischio concreto per Elly è di svegliarsi un bel mattino e scoprire che è diventata un altro Enrico Letta. Come diceva un illustre ex “capobastone” dei democratici: doveva essere un campo largo e invece torna ad essere un retrobottega.

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