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Schlein: “Società ancora patriarcale, altri ostacoli da superare”

“La giornata internazionale delle donne è e deve essere una giornata di lotta contro tutte le discriminazioni che colpiscono le donne, in una società che è ancora profondamente patriarcale. Anche oggi si alza la voce della rivendicazione di donne e ragazze per il diritto di vivere una vita libera dalla disparità, dalla violenza, da una dinamica di potere fatta di subalternità e sopraffazione che non siamo disposte ad accettare”. Lo ha dichiarato il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein.

“La situazione la vediamo anche nel lavoro. Il divario salariale e pensionistico è solo uno degli aspetti di ingiustizia più evidente. Ci sono gli ostacoli nell’accesso al lavoro, le domande discriminatorie nei colloqui, le maggiori difficoltà nel fare carriera, la consapevolezza di quanto il part time forzato e il lavoro precario colpiscano maggiormente le donne in questo Paese. Continueremo a batterci contro la precarietà e il lavoro povero, per il salario minimo e per un congedo paritario di 5 mesi pienamente retribuito e non trasferibile per entrambi i genitori. Per redistribuire il carico di cura che grava sproporzionatamente sulle spalle delle donne”.

“Continueremo a batterci contro ogni forma di violenza di genere, fisica e mentale – aggiunge Schlein -. Oggi l’Udu ha presentato 1500 testimonianze di molestie e discriminazioni raccolte in meno di un mese nelle università, perché anche i luoghi del sapere non sono sicuri. Ma anche per rimuovere le cause più profonde di un fenomeno che è culturale e strutturale la repressione non basta, serve la prevenzione: dobbiamo partire proprio dall’educazione alle differenze, al rispetto, all’affettività in tutti i cicli scolastici. Per sradicare il pregiudizio sessista prima che si formi e sia tardi. Mentre in Francia hanno costituzionalizzato il diritto all’aborto, in Italia siamo ancora lontanissimi dalla piena attuazione della legge 194. Serve fissare una percentuale obbligatoria di medici non obiettori nelle strutture, perché ci sono territori dove l’accesso all’IVG è impedito di fatto, e regioni che ancora ignorano le linee guida che permettono di accedere alla pillola Ru486 anche nei consultori”.

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