TAORMINA – Sono trascorsi 1609 giorni da quando nel dicembre 2018 la notizia dell’arresto di Giuseppe Statuto catapultava sulle prime pagine dei giornali l’immobiliarista casertano e di riflesso anche Taormina, perché si trattava del proprietario dell’Hotel San Domenico. La tempesta giudiziaria aveva scatenato, come puntualmente accade in Italia, le solite “ire forcaiole” all’italiana dell’opinione pubblica che non perde tempo a giudicare prima dei giudici e a condannare subito tutti prima ancora dei processi nelle aule di tribunale.
E invece Statuto si è lasciato alle spalle le vicissitudini, ha affrontato il momento difficile e cinque anni dopo si è preso una rivincita totale, mettendo il punto esclamativo al suo rilancio in grande stile, firmando addirittura un colpaccio storico negli Stati Uniti. La Città di Taormina conquista con il suo albergo di riferimento, il San Domenico Palace, il Best Hotel 2023: è un trionfo importante in termini di immagine di marketing e su questo prestigioso riconoscimento c’è tutto il merito assoluto di Four Seasons ma anche di chi lo ha portato a Taormina questo colosso mondiale dell’ospitalità di lusso.
Il tempo dello scetticismo e delle critiche si è dissolto, lasciando spazio all’indiscutibile bontà dell’operazione, certamente straordinaria, compiuta dall’imprenditore originario di Casaluce che ha posto le basi del rilancio in grande stile dell’Hotel San Domenico come non avevano fatto gli altri prima di lui. Statuto ha gelato, quasi preso a schiaffi, le “profezie” di chi immaginava che la sua holding avrebbe venduto in fretta il suo gioiello taorminese e magari se ne sarebbe liberato senza spendere nulla. Invece il San Domenico è stato ristrutturato con un maxi-piano di interventi che ha imposto due anni di chiusura, la proprietà ha messo mano al portafogli in maniera pesante con l’obiettivo di far diventare davvero questo hotel una struttura di alto lusso.
Statuto ha avuto l’intelligenza e la scaltrezza di realizzare che anche un hotel rimesso a nuovo e riportato ai migliori livelli, necessitava comunque della guida di una compagnia di eccellenza per tornare dentro i circuiti che contano dell’hotellerie internazionale. Non si è accontentato di affidare il San Domenico ad un marchio qualsiasi, ha preteso il top e si è mosso un pò come i presidenti di una società di calcio che vanno alla ricerca del fuoriclasse che faccia la differenza per vincere anche oltre confine. Così Statuto ha individuato il nome giusto: Four Seasons, un gigante dell’ospitalità in tutto il pianeta, una garanzia di successo.
La crescita del San Domenico, sin da quando ha riaperto nel 2021, è stata esponenziale e se prima o poi Statuto dovesse decidere di vendere, realizzerebbe una plusvalenza straordinaria rispetto ai 52 milioni e mezzo con i quali acquistò l’albergo nel 2016 all’asta.
In una sola mossa Statuto ha realizzato un doppio colpo da applausi: ha messo il San Domenico nella mani di una società che fa la differenza in ambito mondiale e – va detto – ha regalato alla Città di Taormina tutto ciò che questa “fuori serie” del turismo sta dando al territorio in termini positivi, ovvero un’addizione strategica per l’hotellerie, per il turismo e l’economia del luogo.
La dimostrazione più significativa di tutto è stata e continua ad essere “The White Lotus”, la fortunata serie tv americana che grazie a Four Seasons è stata girata a Taormina e che ha ottenuto un successo clamoroso, diventando un fattore di potente attrattività per il turismo americano in Sicilia ed in particolare a Taormina. Ecco perché Four Seasons scrive un pezzo di storia con l’impresa da applausi del Best Hotel 2023 e c’è anche il merito di Giuseppe Statuto. Un imprenditore spesso discusso ma abile come pochi altri e al quale adesso qualcuno probabilmente dovrebbe anche dire da queste parti la parola “grazie”.
