Ci hanno messo diversi mesi, a suon di dichiarazioni, veleni, reciproche bordate ma alla fine Matteo Renzi e Carlo Calenda ce l’hanno fatta a dirsi addio. La separazione in atto ormai da tempo è diventata adesso un divorzio con il bollino dell’ufficialità. Ognuno va per la sua strada. Amen.
A sancire il divorzio all’italiana è l’accordo trovato in Giunta del Regolamento del Senato tra Azione e Italia Viva. I 4 senatori del partito guidato da Calenda confluiranno nel gruppo Misto senza perdere le risorse come previsto dal nuovo regolamento e lì potranno anche formare una componente. I 7 parlamentari fedeli a Matteo Renzi invece restano un gruppo autonomo che potrà in seguito anche cambiare nome. La certificazione finale a questo accordo verrà giovedì dal consiglio di presidenza.
Non si sopportavano sin dal primo giorno, Renzi e Calenda. Si erano messi insieme per cercare di rompere lo schema del bipolarismo ma alla fine hanno fatto un buco nell’acqua, con la loro incompatibilità genetica prima ancora che politica. Il matrimonio d’interessi finisce male, come era ampiamente prevedibile.
E adesso? Renzi rimane sempre più isolato e rischia grosso, già in vista delle Europee, che al momento affronterebbe il solitudine, lontano dalla soglia del 4% che garantisce il lasciapassare per Bruxelles. Calenda non è molto distante dai numeri di Renzi ma sta cercando nuove strade e nel frattempo ha lanciato segnali al governo, con qualche frase dolce per Fratelli d’Italia. Anche questa strada sembra, però, difficile da percorrere perché al fianco di Giorgia Meloni c’è Matteo Salvini, che sin qui per Calenda ha rappresentato il “demonio”. Chissà, in politica mai dire mai. I due innamorati si sono divisi e la scissione porterà i due ex terzopolisti verso nuovi lidi. La certezza è che ad oggi, da soli e con i loro numeri, non vanno da nessuna parte.
