HomeAttualità e CronacaRebus Consorzio: il mistero del "Principato" fognante

Rebus Consorzio: il mistero del “Principato” fognante

TAORMINA – E’ arrivato anche il 2022 ma ancora adesso nessuno sa dalle parti di Taormina, e anche a Giardini Naxos, a Letojanni e a Castelmola, che fine farà il Consorzio Rete Fognante. La gente dormirà lo stesso anche se questo enigma non trova una risposta ma di certo la politica prima della prossima pandemia dovrà decidere che fine farà il mostro a quattro teste che ha sede in contrada Pietre Nere e che rappresenta una sorta di Principato, uno Stato a parte, del quale da sempre si sa e che sino ai più recenti anni di crisi assolveva al compito di sede distaccata di un ufficio collocamento comunale: insomma uno stipendificio e un ente di sostentamento per le imprese del settore “depurativo”.

Al momento alla presidenza c’è l’ex sindaco di Taormina, Mauro Passalacqua (a costo zero) che aspetta ormai soltanto il momento buono per salutare e lasciare un ente in cui ci ha messo la faccia a dispetto dei vari comuni che hanno accumulato quote arretrate di mancati pagamenti sino a 5 milioni di euro. “Non sarò mai uno Schettino”, ha precisato Passalacqua che ha scelto di non abbandonare la nave nella tempesta (nel 2021 è stato sequestrato il depuratore sud) e non lo ha fatto neanche a fronte di gravi problemi personali.

Oltre la generosità apprezzabile dell’attuale presidente, c’è comunque un ente che ancora adesso nessuno sa che fine farà. E’ un mistero a cui nessuno sa dare una risposta. Il passaggio delle funzioni all’Ati Idrico doveva diventare realtà nel 2022, anzi anche prima, è un qualcosa di cui si parla a fiammate da tempo immemore ma sta diventando una sorta di “Al lupo, al lupo”, a cui nessuno crede. Intanto il Consorzio va avanti, il depuratore resta sotto sequestro (anche se per fortuna funziona regolarmente) ma questo ente non si sa se domani o dopodomani ci sarà e se poi magari ancora per qualche mese (e anno) continuerà o sarà svuotato e dismesso. Nel frattempo si fanno i conteggi degli arretrati non versati dai Comuni, ci si è affrettati a iniziare a versare le quote per non incorrere nei decreti ingiuntivi, e c’è tuttavia uno statuto vecchio di mezzo secolo che non cambia mai e nega la possibilità di attingere ai finanziamenti per migliorare gli impianti e costruire una prospettiva. Si naviga a vista, si vive alla giornata. Praticamente è il solito copione che la politica di casa nostra adora.

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