TAORMINA – Torna d’attualità il “caso Lo Presti”. Stavolta il capitolo non riguarda l’inconfessabile volontà del sindaco di Taormina, Cateno De Luca, di trovare un modo per cambiare l’attuale Comandante della Polizia locale di Taormina ma la “bomba ad orologeria” piazzata proprio dal Comandante Daniele Lo Presti sulla Città Metropolitana attraverso un ricorso al Tar, per effetto della decisione allora presa dal sindaco di Messina, Federico Basile, di non confermare la sua posizione alla guida del Corpo provinciale.
In sostanza, l’allora sindaco di Messina, De Luca, scelse Lo Presti (ieri come oggi dipendente del Comune di Taormina, in quel caso caso attraverso l’istituto del comando autorizzato dal sindaco del tempo di Taormina, Mario Bolognari) per il ruolo di Comandante della Polizia Metropolitana nel dicembre 2021. Poi 12 mesi dopo, al tramonto del 2022, l’attuale primo cittadino di Messina, Basile, ritenne di non da seguito a quell’esperienza. Da qui l’azione intrapresa da Lo Presti che, non avendo ottenuto la stabilizzazione, ha chiesto un risarcimento danni di 300 mila euro. L’azione di Lo Presti è scattata, per esattezza, dopo la nomina dell’attuale Comandante della Polizia Metropolitana, Giovanni Giardina.
Il Tar di Catania discuterà la vicenda il 29 febbraio per valutare la questione risarcitoria e per pronunciarsi sulla posizione della Città Metropolitana, la quale ritiene che il caso competa al giudice del lavoro.
Al confine tra il prima e dopo quella data spartiacque del 29 febbraio, intanto, il “caso Lo Presti” tiene banco e fa discutere a prescindere dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dal Comandante. Si vedrà poi se il tribunale amministrativo accoglierà o respingerà quella istanza. Lo Presti sta giocando una partita complessa su due fronti, sul piano professionale e anche dei rapporti umani.
Da una parte il Comandante va al Tar sul fronte Messina, e dall’altra deve gestire a Taormina il cambio di umore del sindaco De Luca, che d’estate lo aveva battezzato “Rambo” ad honorem e da qualche mese a questa parte lo ha attaccato in più di una circostanza (non ultima lunedì scorso, con la bordata social “più concretezza e meno comunicati stampa). Nel mezzo c’è pure la situazione particolare che vive il Comune di Taormina, con De Luca spesso assente da Palazzo dei Giurati per i suoi molteplici altri impegni politici e chi ne fa le veci che non ha una grande simpatia per Lo Presti. Le dinamiche del riporto a distanza e del passaparola fanno il resto e spesso e volentieri creano pure danni.
Nel frattempo si ha la netta sensazione che la vicenda messinese sia stata gestita male. L’addio di Lo Presti alla Città Metropolitana è arrivato a conclusione di una fase in cui, Lo Presti aveva scritto per tre volte a Basile (4 novembre 2022, 20 novembre e 30 dicembre) senza ottenere unna risposta ed in quel periodo tentò invano la via di un confronto chiarificatore con Basile. A volte, si sa, basta parlarsi. Il chiarimento non è arrivato ed è un passaggio che, forse, avrebbe potuto portare invece ad una composizione “amichevole” e “bonaria” del caso, senza dover approdare nell’antipatico ring delle aule di tribunale per dirimere la questione.
“Il mio è un atto dovuto, una richiesta di spiegazioni al sindaco Basile sulla decisione, prima, di non rinnovare il mio incarico a comandante e quella, dopo, di ignorarmi completamente nonostante la Polizia Metropolitana sia rimasta per ben due mesi senza dirigente“ (Daniele Lo Presti, Voce di Popolo.it – 02/03/2023).
La vicenda è una “mina vagante” che fluttua nell’aria tra Taormina e Messina, nell’odierna e passata posizione professionale di Lo Presti e in due Comuni amministrati da De Luca e da Basile, che è diretta espressione politica di De Luca. Rambo vs Basile (De Luca): come finirà? Noi, al di là di ciò che deciderà il Tar, un’idea su tutta questa storia ce la siamo fatta: vuoi vedere che magari potrebbe venire fuori una soluzione sorpresa? Appuntamento al prossimo capitolo.
