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Maestro molestava le bambine: sanzione da 50 euro. La Chiesa peggio della legge

Sta destando sconcerto in questi giorni il caso di un insegnante di religione di un d’asilo milanese arrestato qualche giorno fa in flagranza di reato per violenza sessuale aggravata durante le attività a scuola nei confronti di quattro bambini tra i 4 e i 5 anni. Si è chiusa così l’inchiesta lampo condotta dal Nucleo Tutela Donne e Minori della Polizia locale di Milano nei confronti di un 35enne, originario di Bari, nel novembre 2021 trasferito dal Provveditorato da un’altra scuola materna per i suoi comportamenti definiti “troppo invadentì verso i piccoli”, e ora finito in cella dopo che, in mattinata, le microcamere istallate in classe la sera prima dagli investigatori, hanno ripreso in diretta una sequenza di abusi sui piccoli. Una galleria degli orrori a cui gli agenti hanno messo fine prelevando l’uomo, adesso trasferito a San Vittore dopo che il Gip ha convalidato l’arresto.

Ma la cosa più sconcertante di questa brutta – anzi vergognosa – storia, è che non è la prima volta che questo signore incorre in questo stesso reato e, come detto, era stato già trasferito due anni fa. E qui viene la parte più sconcertante di tutta la vicenda: venne punito (si fa per dire) allora con la trattenuta di 4 ore di stipendio, circa cinquanta euro.

Dunque al maestro riconosciuto come autore di “comportamenti di eccesiva confidenzialità” con le bambine tanto da essere trasferito-allontanato veniva comminata una sanzione per i suoi comportamenti. Sanzione pari a 4 ore di stipendio non pagate.

Le molestie ad una bambina valgono 50 euro? La gravità di un comportamento del genere ha un peso pari a 50 euro? Ma l’Italia si ritiene ancora un paese serio? E’ questa l’intransigenza che si intende porre in essere nei confronti di chi si rende autore di reati sessuali, ancora più orrendi perché posti in essere a danno di minori? Il problema chiama in causa la legge italiana, quella sulla quali i parlamentari dovrebbero riflettere seriamente, anziché occuparsi di bestialità. Ma ancora più pesante è la responsabilità della Chiesa. Perché se come risulta si trattava di un insegnante di religione, la sua nomina era stata timbrata, vidimata, anzi mossa dalla Curia competente.

Il Vaticano, evidentemente, ha affrontato questo caso nello stesso modo in cui ha fatto per tanti anni, per decenni, con i preti coinvolti in situazioni di pedofilia: ha trasferito il sacerdote in un’altra diocesi, parrocchia, sede. E così è stato anche per questo maestro. Per la serie: mandiamolo in un altro posto, dove non lo conoscono e nessuno può conoscere il suo passato. E allora evidente che anche la Chiesa deve cambiare e farlo in fretta, perché altrimenti non potrà essere più credibile e così si offende la dignità di quei cittadini e quei credenti ai quali viene predicato il rispetto per il prossimo, quando in realtà i primi a non rispettarlo sono alcuni sacerdoti “infedeli”.

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