HomeEditorialiMa le responsabilità del dissesto a Taormina di chi sono?

Ma le responsabilità del dissesto a Taormina di chi sono?

TAORMINA – La questione del dissesto continua ad aleggiare come uno spettro sulla campagna elettorale a Taormina. Si litiga sulla sostenibilità del piano di riequilibrio poi bocciato dalla Corte dei Conti, si dibatte sull’entità del debito che ha portato alla dichiarazione di dissesto avvenuta nel 2021 ma i taorminesi vorrebbero capire quando, come e per mano di chi, esattamente, Taormina ha imboccato la strada verso il default.

Limitiamoci a ricordare le ultime stagioni di governo della città. A Taormina gli Anni Ottanta sono stati caratterizzati dall’Amministrazione dell’allora sindaco Nicola Garipoli, figura ancora adesso ricordata dai taorminesi.

Poi, dopo la scomparsa di Garipoli, c’è stato un periodo in cui la sindacatura venne affidata ad Achille Conti e nel 1993 avvenne l’elezione a sindaco di Mario Bolognari. Il professore è stato rieletto sindaco nel 1997 ed è rimasto titolare della fascia tricolore sino alla primavera del 2002.

Dal maggio 2002 si è insediato come sindaco di Taormina Aurelio Turiano, subito colto da gravi problemi di salute poco dopo la sua elezione ed infine prematuramente scomparso nel gennaio 2006, un anno prima della conclusione del suo mandato. Ancora più sfortunato fu il successore, Carmelantonio D’Agostino, eletto nella primavera 2006 e morto nel novembre 2007 dopo una malattia che gli ha consentito di rimanere al governo della città per un periodo, dunque, abbastanza breve.

Poi nel 2008 è stato eletto sindaco di Taormina Mauro Passalacqua. Nel 2013 la fascia tricolore è passata a Eligio Giardina e nel 2018, infine, è stato rieletto per la terza volta sindaco Mario Bolognari.

Da ricordare anche altre brevi parentesi di pochi mesi, in cui Taormina ha avuto due commissari: nel 2006 con Nicolò La Barbera e nel 2007 con Antonio La Mattina.

E allora sul dissesto, al netto dei discorsi sul concorso complessivo di responsabilità, c’è una legislatura e qualche sindacatura in particolare nella quale il maxi-debito si è generato? O si è tutti responsabili oppure qualcuno non ha nessuna responsabilità e qualcun altro invece sì. Delle due l’una, la terza via non sembra esserci. La Corte dei Conti farà le sue opportune verifiche come ha già fatto in altre realtà come Catania, servirà tempo ma la questione del dissesto esige un esercizio intellettuale di verità nell’interesse di tutti: per rispetto, allo stesso modo, degli amministratori vivi e di quelli morti. Anche per onorare la memoria di alcuni sindaci che non sono più in vita, uomini ai quali Taormina e i taorminesi vogliono bene ancora oggi e che non si possono più difendere.

Ad oggi l’argomento rimane ancora avvolto dal mistero, ammantato di mezze frasi, polemiche e ambiguità, sterili rimpalli di colpe e chiacchiere di cortile. Qui non serve un colpevole a tutti i costi per il giochetto del voto che incombe. Sarebbe, però, opportuno fare un pò di chiarezza, perché sino a questo momento sembra che il dissesto sia un’entità aliena, oppure un figlio terreno di “NN”. Si ha l’impressione che sia stato per Taormina come bere un bel bicchiere di gassosa con il contorno di un pò di tarallucci e vino. Ci vogliamo prendere per i fondelli?

Qualcuno cantava che ogni inizio ha una fine, ogni film un finale. E nel film del dissesto a Taormina c’è un Comune, il più ricco della Sicilia, che si è suicidato (vedi 30 milioni di tributi non riscossi) ed è sprofondato nel tunnel del dissesto con oltre 80 milioni di debiti: qualcuno nella trama del disastro ha fatto la comparsa, qualcun altro è stato, invece, attore protagonista.

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