HomeEditorialiDi Maio inviato UE: il trionfo della mediocrità italiana

Di Maio inviato UE: il trionfo della mediocrità italiana

Da oggi non chiamatelo più “Giggino o bibbitaro”, Luigi Di Maio si è rivelato un modesto governante ma certamente il più furbo degli ex grillini che sono arrivati al potere, hanno vissuto anni di successo sull’onda dell’anticasta e poi sono stati spazzati via. C’è chi è tornato a fare l’assicuratore, chi si è aperto un lido balneare e poi c’è lui. Di Maio, professione “boh” ha coltivato rapporti e comparanze che alla Farnesina gli hanno consentito di costruirsi la raccomandazione giusta per riemergere dal baratro della bocciatura che gli avevano recapitato nelle urne gli elettori italiani il 25 settembre scorso.

“Dopo un’attenta valutazione, considero Luigi Di Maio il candidato più adatto” all’incarico di inviato Ue per il Golfo. Lo scrive l’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, nella lettera inviata agli Stati membri per indicare la nomina dell’ex ministro degli Esteri. Praticamente il trionfo della mediocrità politica italiana. La riscossa di un ex parlamentare che gli italiani hanno mandato a casa con annessa pernacchia.

Da ministro degli Esteri allo 0,5% raccolto con Impegno Civico: questa era stata la direzione della parabola politica dell’ex capo politico del Movimento 5 Stelle. Da un lato fu sconfitto nel collegio uninominale della Camera di Napoli Fuorigrotta, dove ha raccolto il 24,4% dei voti, finendo secondo dietro all’ex ministro dell’ambiente pentastellato Sergio Costa. Dall’altro, aveva visto fallire il progetto della lista Impegno Civico che non ha raggiunto nemmeno la soglia minima dell’1%: i voti di Di Maio non sono serviti a niente. Le sue amicizie, quelle che ha coltivato da Ministro degli Esteri invece sono servite eccome.

“In quanto ex ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio ha il necessario profilo politico a livello internazionale per questo ruolo”, evidenzia Borrell. Nella missiva ai Ventisette, l’Alto rappresentante sottolinea che “gli ampi contatti” di Di Maio “con i Paesi del Golfo gli permetteranno di impegnarsi con gli attori rilevanti al livello appropriato”. “Dobbiamo mantenere lo slancio del nostro impegno rafforzato con il Golfo. Per questo conto sul sostegno a Di Maio per attutare la nostra partnership strategica con i partner del Golfo”, aggiunge Borrell, proponendo la nomina dell’ex ministro degli Esteri come rappresentante speciale “per un periodo iniziale di 21 mesi, dal primo giugno 2023 fino al 28 febbraio del 2025”.

Ci sarebbe quasi da ridere per un paio d’ore se non ci fosse da piangere nel pensare che l’Europa si voglia fare rappresentare nel Golfo da Di Maio. La lettera di Borrell dà inizio alla fase di selezione, successiva a quella meramente tecnica, che ha visto l’ex ministro degli Esteri superare i candidati concorrenti. Avete capito bene. Li avrà superati con la forza del suo curriculum?

La ratifica della nomina di Di Maio non è prevista in tempi brevissimi, andrà vidimata dai 27 Stati membri. Ma, a quanto pare, la decisione di nominare l’inviato Ue in regioni extra-Ue spetta in via esclusiva all’Alto rappresentante Ue. Il governo italiano si oppone. Insorge la Lega di Matteo Salvini. “Gli Italiani hanno votato: hanno scelto e continuano a scegliere il centrodestra, non sinistra o grillini. Quella di Bruxelles è una indicazione vergognosa, un insulto all’Italia ed a migliaia di diplomatici in gamba”. “E’ una scelta legittima di Borrell, nelle sue facoltà di alto rappresentante Ue”. Ma “Di Maio fu indicato da Draghi e non è il candidato del governo italiano”, ha detto il ministro degli Esteri ed esponente di Forza Italia, Antonio Tajani.

Ma il governo italiano al di là delle chiacchiere, avrà gli attributi per far bloccare la nomina di Di Maio? Il dubbio è lecito. Giorgia Meloni ora deve metterci la faccia: la campagna elettorale è finita e la leader di Fratelli d’Italia è al primo vero esame di credibilità agli occhi della gente che l’ha votata. Meloni deve far vedere se l’attuale premier italiano conta o no a Bruxelles. Se Di Maio sarà nominato inviato UE, è chiaro che sarà uno schiaffo agli italiani ma soprattutto una sconfitta umiliante per il governo di centrodestra.

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