HomeEditorialiGiletti minacciato di morte e la mancata solidarietà è ancora peggio

Giletti minacciato di morte e la mancata solidarietà è ancora peggio

Nel corso della puntata di domenica scorsa del programma “Non è l’Arena” su La7, il giornalista e conduttore Massimo Giletti, ha rivelato di aver ricevuto pesanti minacce. “Voglio che si sappia: io ho ricevuto una lettera molto pesante questa settimana, ieri mi è arrivata, di minacce vere, io non ho paura”. Giletti ha poi aggiunto: “Lo dico a chi mi sta guardando, a chi me l’ha mandata. Non ho paura. Anche se si fanno dei nomi in questa lettera, quindi è gente che sa cosa faccio, non è una lettera così… Ma non ho paura, vado avanti, che sia chiaro, come vanno avanti i miei, ok?”.

CLICCA QUI E GUARDA IL VIDEO DELLE MINACCE A GILETTI.

Già in precedenza Giletti – che vive sotto scorta – aveva denunciato altre minacce e persino la mancanza di solidarietà da parte della categoria. “Sentire qualcuno che condivide il tuo lavoro sarebbe stato importante. Se quella battaglia contro le scarcerazioni dei boss mafiosi l’avessimo fatta in tanti, oggi non sarei sotto scorta. Sono sotto scorta perché sono rimasto da solo”.

Di fronte a queste parole ma soprattutto al cospetto di queste ignobili minacce non si può che esprimere intanto piena solidarietà al collega e amico Massimo Giletti, che conosco personalmente ma che soprattutto ha fatto in questi anni tante inchieste coraggiose che hanno meritano stima, considerazione e rispetto. Quando si affrontano alcuni argomenti e certe storie arriva poi l’avvertimento dell’invertebrato guappo di turno. E’ accaduto a tutti quelli (pochi ormai) che fanno informazione vera, dalla platea mediatica nazionale a quella delle periferie. E tanto per capirsi è avvenuto in passato anche da queste parti quando abbiamo parlato di quegli stessi ambienti che presumibilmente sono quelli che ora recapitano vili segnali al collega Giletti. E’ la cartina di tornasole di una Sicilia dove per troppo tempo – repetita iuvant – è stato consentito ad un paio di “pupi” di salire in cattedra e fare la voce grossa, in nome e per conto dei veri “pupari”. Giletti sta provando a fare luce sulla zona d’ombra di quei “pupari” e ancora più inquietanti delle minacce che gli sono state recapitate è il silenzio di una categoria che già in altre occasioni lo ha lasciato da solo e che probabilmente pensa di assolvere al proprio compito con qualche dichiarazione solidale di forma.

Poco male e fa bene Giletti ad evidenziare che si va avanti, senza paura e con ancora più determinazione. Anche perché poi c’è un altro punto da evidenziare in termini ineludibili ed è ancora più grave: il silenzio di una categoria che si volta dall’altra parte. E’ chiaro e bisogna dirlo che quelli che fanno informazione vera in Italia sono ormai pochi. Il giornalismo con la g maiuscola ha lasciato spazio a quello con la o microscopica. E’ diventato merce rara nel limbo di una categoria che da tempo è crollata di livello ed è scaduta di credibilità, con la maggior parte degli interpreti che non sanno neanche dove sta di casa il giornalismo. Se ne fregano della gente e se ne infischiano dell’impegno sociale, non conoscono l’abc della professione e non hanno mai avuto neanche una palestra di vita alle spalle. Esercitano il mestiere alla carlona, da fighetti e moralisti, facendo “salotto” e cortile auto-opinionistico oppure modesto auto-referenzialismo. Se la cantano e se la suonano da soli, con l’abito dei cassamortari 2.0. Ma, d’altronde, le notizie ormai le danno tutti. L’informazione, invece, la fanno in pochissimi.

ARTICOLI CORRELATI

POTREBBE INTERESSARTI

SEGUICI SUI NOSTRI SOCIAL

35,880FansMi piace
14,200FollowerSegui
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.