HomeAperturaFiducia nell'UE ai minimi storici: così non serve a niente

Fiducia nell’UE ai minimi storici: così non serve a niente

I sondaggi danno un esito che non si presta ad interpretazioni. La fiducia degli italiani nei confronti dell’Unione Europea è ai minimi storici e di sicuro è ai livelli più bassi degli anni più recenti. L’Italia non vuole uscire dall’Europa e dall’Euro, e questo lo abbiamo capito ma siamo certi che rimanere in questo modo, soltanto per dire di esserci, vivacchiare, subire le “furbate” degli altri e per giunta farci fare la predica dai finti moralisti, è la soluzione giusta? Si continua ad andare al traino di Germania e Francia, c’è chi si permette di criticarci sulla gestione dell’emergenza migranti mentre l’Europa non muove un dito per risolvere il problema, c’è chi contesta l’Italia perché non ha preso il Mes. Ma quest’Europa a cosa serve? E a chi? A queste condizioni non all’Italia.

Nel frattempo il sondaggio di Demos illustrato oggi su Repubblica racconta che oggi la fiducia degli italiani nell’Ue era al 45% alla fine del 2022 ed è scesa al 38% a marzo 2023. Ilvo Diamanti spiega che gli italiani hanno da sempre dimostrato un atteggiamento distaccato nei confronti dell’Ue. Con la guerra in Ucraina la situazione è peggiorata. Perché le istituzioni europee non sono state in grado di svolgere un ruolo da protagoniste nella crisi. Ma solo da mediatore o attore imparziale.

E tra le motivazioni del calo di consensi c’è anche il Qatargate, la grande abbuffata della corruzione nel Parlamento europeo che poi si risolverà in una bolla di sapone senza che, al netto del carcere inflitto a Eva Kaili, vengano stabilite condanne esemplari.

L’euroscetticismo c’è sempre stato e si consolida. E marca in modo evidente gli elettori del centrodestra. Come anche quelli del Movimento 5 Stelle. In controtendenza, si osserva una ripresa del consenso europeista fra chi vota per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Probabilmente per una maggiore – e necessaria – confidenza con i Paesi dell’Ue e i loro leader, anche se la Meloni sinora è parsa proseguire sulla stessa, infruttuosa, lunghezza d’onda di quelli che in campagna elettorale promettevano una svolta e poi – una volta eletti, si sono adeguati alle logiche di Bruxelles, subendo passivamente le scelte altrui.

Infine, ovviamente, il massimo sostegno all’Ue proviene, secondo tradizione, dalla base del Pd. E dagli elettori del Terzo Polo. I giovani invece sono in maggioranza europeisti. Forse perché si sentono più europei. E anche perché nelle varie Università italiane si fa poco insegnamento e troppa politica a trazione sinistra. Lo vogliamo dire chiaramente?

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