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De Luca, il vero indizio: ecco quando si dimetterà da sindaco di Taormina

TAORMINA – Europee, Politiche, Regionali, tesseramenti e campagna acquisti, la marcia su Bruxelles, la crociata su Palermo, il giro di Sicilia, le sedute spiritiche a Roma e il tour per l’Italia, il cannoneggiamento a Schifani, il pressing su Calenda, la presa del centrosinistra, e chi più ne ha più ne metta. Cateno De Luca è già proiettato a tutto campo oltre Taormina, è un dato di fatto e se ne sono accorti anche gli eschimesi. Al netto delle previsioni meteo su Roma, che potrebbero rimescolare le carte, la road map cateniana è fissata.

De Luca è convinto che dopo le Europee arriverà un “Papeete bis”. Chi vivrà, vedrà, diceva Jimmy Fontana. La prospettiva abbastanza certa è che Fratelli d’Italia cannibalizzerà la contesa delle Europee, lasciando le briciole a Lega e Forza Italia, con la sinistra a collezionare l’ennesima sconfitta. In Sicilia la partita di De Luca sarà improntata a difendere il mezzo milione di voti ottenuti alle Regionali 2022, non a caso sta girando la Sicilia in lungo e in largo. La strategia dei numeri e della “caccia” al 4% è evidentemente più ampia ma di questo ci sarà tempo e modo di parlarne. C’è da fare i conti con l’astensionismo che si preannuncia dilagante e tanta gente che rimarrà a casa l’8 e 9 giugno. Il “partito del non voto” avanza a tutte le latitudini e potrebbe avere percentuali persino superiori alle attese.

Le vicende di Taormina sono legate a doppia mandata a quelle di Palermo, più che alle questioni romane. Nella capitale c’è la Meloni salda in sella e a Palermo, al di là del clima torrido che sembra esserci, è molto difficile immaginare che il governo Schifani possa lasciare anzitempo. Alla fine si troverà una quadra, si metterà qualche toppa e si andrà avanti perché nel centrodestra siciliano non muoiono dalla voglia di votare adesso e soprattutto non vogliono andare a casa anzitempo.

E qui si arriva al capitolo Taormina, dove De Luca comincia a riflettere su tempi e modi per la sua uscita di scena. Fosse per lui lo farebbe già domattina per concentrarsi sui prossimi obiettivi ma non lo farà. Taormina non è più una priorità ma è ancora troppo presto per lasciare. Così De Luca non ha intenzione di dimettersi dopo le Europee, a meno ovviamente di cataclismi palermitani che si tradurrebbero in una “chiamata alle armi” immediata per il suo movimento. De Luca riterrà già conclusa la sua missione a Taormina con l’uscita del dissesto prevista in primavera (maggio-giugno), tuttavia andrà avanti ancora per un pò, almeno per il resto del 2024. Sino ad allora il sindaco alternerà i suoi impegni fuorisede al ritorno a Palazzo dei Giurati, dove in sua assenza l’esperto Massimo Brocato guida l’attività amministrativa del Comune, coadiuvato dalla Giunta e dai consiglieri.

De Luca sa benissimo che non può lasciare la sindacatura dopo un solo anno di governo e, se così fosse (al di là dell’inconsistenza totale di un’opposizione che in città si è liquefatta e ancora adesso è inesistente), per l’adepto deluchiano che verrà prescelto per le prossime elezioni, si prefigurerebbe una campagna elettorale molto complicata. La legislatura taorminese proseguirà e il vero anno spartiacque magari sarà il 2025, quando De Luca stringerà i tempi per il prossimo assalto alla presidenza della Regione. Le parole di De Luca nell’intervista rilasciata a Rei Tv sembrano un chiaro indizio: “Lo dico ai nuovi compagni di viaggio: si fa un passo in avanti o non tratto con l’ultima correntina che dice no ad una eventuale progettualità comune. Ognuno a casa propria si sistemi le proprie dinamiche. Ho già in mente un percorso: primarie di coalizione, ampie, da fare non all’ultimo momento ma qualche anno prima, 1 o 2 anni prima. Poi, in base a quel risultato, si farà il progetto, senza arrivare a 6 mesi dalle elezioni che siamo un’accozzaglia”.

Il conto è presto fatto: a Palermo si è votato nel 2022 e la legislatura – a scadenza naturale – finirebbe nel 2027. E se De Luca decide di mettersi in marcia verso Palazzo d’Orleans lo farà in netto anticipo: “almeno uno o due anni prima”. Le (eventuali) primarie del centrosinistra siciliano potrebbero ulteriormente accelerare tutto. Si compone il mosaico, si cristallizzano i tempi e le strategie. A Taormina parte lo sprint per il dopo-De Luca con i pretendenti che sognano l’incoronazione e lavorano ai fianchi del leader e dei fedelissimi (il “Gran Consiglio dei devoti cateniani“). E già in questo momento c’è chi inizia a sgomitare e insegue la posizione migliore per la volata. Ma questo è un altro capitolo.

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